domenica 3 novembre 2013

Libri sui libri. Dalle invettive sulla stampa, creatura meretrice serva del demonio, alla storia universale della distruzione dei libri. Chicche per veri intenditori.

Di ritorno (tristissimo ritorno) dalle ferie, mi pare giusto prepararmi psicologicamente al rientro lavorativo dedicando un nuovo post ai libri sui libri, quelle trappole che possono rivelarsi fascinosissime (e pericolossisime per il portafogli "Uuuuuh il nuovo libro fotografico da 157 euro sulla Biblioteca Vaticana! Lo voglio!") o palle mortali. 
 Oggi, onde risparmiarvi palle cosmiche, voglio consigliarvi due libri sul tema, molto interessanti  e soprattutto nel secondo caso, molto Indiana Jones/Nome della Rosa.
 Il primo è un piccolo libro molto interessante in questi mala tempora di lotta all'ultimo sangue tra i fieri sostenitori del libro di carta e quelli dell'e-book. C'è già stata nella storia una rivoluzione dai tratti similissimi, che gettò nel panico i nostri progenitori: la temibile invenzione della stampa. Quando il caro Gutenberg, sfornò, perfettamente formata, la sua Bibbia a 42 linee, (e ancora ci si chiede come abbia potuto riuscire in un risultato tanto buono praticamente al primo colpo), non è che il mondo disse: wow un nuovo fichissimo mezzo tecnologico che ci permetterà di passare agli amanuensi alla stampa su carta! 
Non  tutti la presero benissimo, in molti si interrogavano sulle conseguenze pratiche, sociali e persino morali del nuovo strumento, forse forgiato dal maligno stesso. La faccenda della riproducibilità del libro sconvolse più di un intellettuale e poiché la maggior parte degli intellettuali dell'epoca erano monaci e il diavolo non era ancora un'entità ultraterrena fuori moda, a chi si iniziò a dare, nel delirio e nella confusione, la colpa di tale scoperta? Ma a lui ovviamente!
 In "Stampa meretrix. Scritti quattrocenteschi contro la stampa" a cura di Franco Pierno ed. Marsilio dopo l'introduzione storica, si precipita nel mondo a tratti surreale a tratti incredibilmente contemporaneo, delle invettive che Filippo da Strada, domenicano a Venezia, getta contro la stampa, implorando il Doge di non  farsi complice di tale nefanda tecnologia.Così scriveva: 
"Mai come in questo tempo, la città ebbe un così ridotto numero di libri o di persone che li apprezzano a sufficienza. Le opere a stampa creano una città senza soldi e senza cuore. Se per te la luce proviene dalle tenebre, essa, allora per te, verrà dalle stampe."


La stampa sconcentrava (se non dovevi più scriverti il libro come si era certi che lo leggevi davvero?) e in un attimo favoriva la fornicazione tra i giovani, l'evergreen delle preoccupazioni maggiori di chi giovane più non è.

 "Dimostrerò che le stampe sono state originate per istigazione del diavolo. Tramite gli stampatori i vizi sono cresciuti ovunque. Infatti le stampe deturpano i costumi delle ragazze e scacciano il fiore virginale della purezza della carne innocente dei giovani che imparano le turpitudini impresse." 
 Non immaginate Playboy, all'epoca per diventare sex addicted bastavano Petrarca e Ovidio.
E ancora:
 "La scrittura è degna di venerazione e deve essere ritenuta il più nobile di tutti i beni che l'oro ammassa per noi, a patto che non abbia subito le brutture nel postribolo delle stampe. Non devi forse definire prostituta quella che simula di amarci tanto, dedita solo al guadagno rapace?"

 Il povero Filippo dedicò gran parte della sua vita a combattere contro i mulini al vento, cosa che mi fa essere molto pessimista nella mia lotta contro gli e-book, ma si sbagliava (oddio non su tutto) sugli effetti deleteri della carta stampata, quindi che ne so, magari il digitale mi stupirà nei secoli.
 Il secondo libro che secondo me è una chicca per chiunque sia un vero appassionato di libri e mysteri è: " Storia universale della distruzione dei libri" di Fernando Bàez.
  E' fantastico. Partendo dalla frase di Heine "Dove si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini", l'autore ripercorre la storia dei roghi di libri, come censura e distruzione di intere civiltà. La violenza contro i libri come chiave di lettura per una storia ragionata della violenza umana. Dalla distruzione (non realmente avvenuta) della biblioteca di Alessandria ai roghi nazisti, con un'interessante e ampia parentesi sui roghi durante la guerra civile spagnola, non manca nulla. In più, al contrario del tizio della storia degli spettri, Bàez è bravissimo a rendere incandescente la materia, raccontando il tutto con piglio romanzesco, infarcendo il volume di aneddoti gustosi e di incursioni non prettamente attinenti (come il meraviglioso capitoletto sui libri che basano le loro storie, citazioni e personaggi su libri mai esistiti, es. il "Necronomicon" di Lovecraft).
 Ve lo consiglio molto, vale il suo prezzo!
 E con questo torno a sdraiarmi mesta sul mio letto a rimpiangere le ferie perdute...
 Buoni libri maledetti a tutt*!

4 commenti:

  1. Anche gli ebook deturpano i costumi delle ragazze?

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    1. Ahahah non credo (oddio dopo che mia sorella adolescente mi ha fatto vedere l'uso che fanno le sue amiche di internet potrebbe anche essere), però è vero che la qualità è andata tutta a declinare e scende ancora e ancora e ancora...
      Alcune profezie catastrofiche del monaco poi non si sono avverate, ma altre secondo me ci hanno preso in pieno. E' un libretto che secondo me vale la pena leggere se si sguazza tra i libri e i mestieri ad essi affini :)

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  2. maledetta, mo' ti ci metti pure tu ad ingrossare la mia già pingue wishlist di ibs...

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    1. Guarda, il libro di Bàez vale i suoi soldi, lo assicuro.

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