venerdì 16 maggio 2014

Le cinque cose da non fare in libreria secondo me medesima (ossia una libraia): essere tristi, non maltrattare i librai, evitare domande ovvie e saper quel che si vuole, tanto per iniziare.

Come scritto su fb, ieri mi è capitato di leggere l'articolo di Libreriamo Le cinque cose da non fare in libreria
Sì, sto parlando con te.
Dopo aver letto il titolo penso: ah, finalmente qualcuno ha visto la luce e ha deciso di consigliare adeguatamente il prossimo suo.  Leggo poi l'articolo e scopro che non è serio, cioè i consigli che dà sono quelli da "cliente che non smette mai di sognare". Sostanzialmente non devi annusare i libri, sorridere loro, uscire scontento dalla libreria, entrare correndo entusiasta e mettere a posto i libri (precisiamo, se ne vedo uno voltato lascialo lì che non è casa tua).
 Poiché secondo me queste sono TUTTE cose che in libreria si devono fare, ho deciso di stilare per i clienti, una sorta di mio decalogo ideale delle cose da non fare in libreria, quelle vere però. Ora, io non becco mai gente che annusa i libri, ma dovessi trovare qualcuno non mi scandalizzerei, anzi. Inoltre sorridete e siate entusiasti, mica lavoriamo in un monastero! Ci fa felici vedere qualcuno very happy in giro, e poi non temete di parlare coi libri, io magari sarò fuori di testa o faccio troppi turni da sola, ma faccio spesso lunghe chiacchierate con loro. "Devo renderti o no?" "Cosa devo fare con te? Ti ho esposto ovunque, sei bello, ma non vendi, perchè??" "E tu, orrido libro, spiegami perché vendi nonostante la tua oscena copertina, qual è il tuo segreto"? Il giorno che mi risponderanno pure, internatemi.
 Ma andiamo a vedere cosa NON fare in libreria sul serio:

NON TRATTATE IL LIBRAIO DI TURNO COME UN SERVO/MENTECATTO:  
Non siamo Dobby sappiatelo
Capisco che in ragione dei soldi che vi siete guadagnati magari tenendo a bada a vostra volta orde di persone spesso insopportabili, pretendete devozione e riguardi, tuttavia ricordatevi che in negozio vi sono (ancora) persone e non robot. 
 Sono esseri umani che richiedono l'uguale cortesia che voi pretendete. Certo, molti di noi alla fine, dopo anni di maltrattamenti diventano diffidenti e magari vi fissano con sguardo torvo, ma magari sono ore che tengono a bada clientela ingestibile. 
 Sappiate che quando un libraio risponde in modo brusco a qualcuno gentile poi viene assalito per ore dai sensi di colpa, pare che ciò invece non succeda ai clienti. Analogamente, sapere la collocazione, il contenuto, la reperibilità, la distribuzione di migliaia di libri non è facile come molti pensano (in quanti scrivono persino qui che fare il libraio in realtà è solo mettere in ordine alfabetico libri di cui ignoriamo il contenuto!). Capire se un libro è ordinabile o meno non richiede due secondi netti come molti clienti scocciati pensano. Se il libraio ti dice che deve chiamare una casa editrice ignota, chiedere le condizioni di vendita, capire come farselo spedire perché non ha distribuzione ecc. ecc. non è un cretino, ma una persona che vuole renderti un servizio e magari evitare che torni dopo tre settimane senza aver ricevuto il tomo e insultandolo. Pensate che magari dall'altra parte c'è qualcuno che sta cercando di fare un buon lavoro e non un cretino messo a caso. Non so, così, fatevela passare per la mente questa stramba idea.

TENTATE DI NON FARE DOMANDE LAPALISSIANE:  
E' una libreria, non siete in "Labyrinth"
Quando un cliente entra in negozio pum il suo cervello si spegne spesso all'istante.
 Si assiste ad una sorta di istantanea regressione infantile in cui l'essere umano ritorna allo stato di pupo. Dove sono? Chi sono? Perché sono qui? Quindi inizia a inondare i librai che magari stanno servendo altri clienti con domande come: posso uscire di qui? Indicando il muro. Oppure trovare impossibile uscire e entrare dalla stessa porta. Gli dici di guardare il libro in basso a destra e vanno a sinistra, gli indichi una proposta di libri su un lato e loro si mettono a fissare l'estintore protestando "Non vedo libri!". L'orientamento viene perso e persino il concetto di "Vada in fondo alla sala" li sconvolge. Non parliamo poi dell'immane fatica che pare comportare fare 10 metri a piedi: "Il libro è laggiù? Ma io non ci vado! Che scherziamo?", manco gli dicessi di scalare il Cervino. Chiedono se vendi pomodori, se fai fotocopie e perché non gliele fai, dov'è 'sto cazzarola di bagno, se esiste l'edizione economica di un libro uscito il giorno stesso. Forza ragazzi, capacità di ragionamento, ce la possiamo fare, ce la possiamo fare.

SAPPIATE QUELLO CHE STATE CERCANDO:
"Che libro cercavi?" "Eh non me lo ricordo" "Aspetta,
ti leggo la mano così lo capirò subito."
 L'ho ripetuto settemila volte. Il libraio è lì per vendervi le sue merci, nulla lo rende più felice, ma voi dovete sapere cosa volete! Andate forse da H&M a chiedere un vestito che non sapete se è un pantalone, una maglietta o un cappello? Entrate in pasticceria e chiedete alla tizia al banco di indovinare il vostro gusto della giornata dicendo solo che "Vi piace il dolce"? Non credo. Allora entrare in libreria e chiedere di portarvi tutti i libri sulla II guerra mondiale mentre siete seduti su una sedia a sbocconcellare biscotti, non ha senso. Non ne ha chiedere libri sulla "Luna" senza sapere se volete un romanzo o un libro di antropologia. Il libraio non ha il dono dell'onniscenza a pretendere che vi porti tutti i libri presenti in libreria che nominino il nostro amato satellite è impossibile (oltre che inutile). Non dico che dobbiate per forza conoscere la bibliografia che vi serve, ma almeno sapere se quando chiedete qualcosa di "COMUNICAZIONE" vi riferite all'ingegneria o alla pnl, sarebbe quanto meno auspicabile. Non che al libraio non vada di lavorare, ma il dono della lettura del pensiero e della veggenza non ci è ancora stato dato in dotazione. Un'altra cosa. Le rassegne tv e stampa. So che dirmi che "una trasmissione che fanno sempre alla quattro di mattina su radio 54 ha nominato questo libro di cui non ricordo l'autore" per voi è già un'informazione, ma lo dico: i librai non vengono forniti di un elenco di tutti i libri che vengono nominati sui mezzi di telecomunicazione giornalmente. Non dico che non sarebbe utile, dico che non ce l'abbiamo (e nè io sono obbligata a fare i compiti a casa e vedermi Augias e Fazio per sapere cosa mi chiederete il giorno dopo).

PER FAVORE SIATE FELICI: 
 Per favore entrate in libreria e sorridete. Non fate la faccia di chi va al patibolo e deve spendere soldi in qualcosa che non è cibo, macchine e vestiti alla moda. I libri sono meravigliosi, un libro ti cambia la vita, una giacca nuova no (può migliorarti la giornata, ma certo non correrà il rischio di rimanerti dentro per sempre). Leggere è una questione gioiosa, non è un dovere (a meno che non stiate studiando esami all'università che non c'entrano niente col vostro corso di laurea), è un piacere. Fatevi dei gusti personali, rischiate, parlate ai libri, sfogliateli, leggeteli pure (magari lavatevi, non sapete quanta gente che non si lava viene in libreria), se vi piace annusateli pure, ma dio santo sorridete. I librai innanzitutto non stanno lì a guardare quello che fate. Certo se vedo uno che inizia a leccare un libro (accaduto) mi inquieto un attimo, ma a meno che voi non abbiate una qualche perversione sessuale che implichi dei libri e soprattutto la libreria, potete sfogliarli, amarli e pure lasciarli infine lì perché costano troppo.
 E sì potete uscire persino scontenti che se entrate per cercare 10 libri e non ne trovate nemmeno uno, si rosica. Se l'ultimo libro della vostra scrittrice preferita è da dare alle fiamme uno se la prende, se c'è il maniaco di turno che ti rovina il pomeriggio uno vorrebbe percuoterlo. La libreria è un luogo che dà gioia, ma anche irritazione. Lo so benissimo.

RICORDATEVI CHE IL LIBRAIO NON E' UN ECTOPLASMA E SENTE QUELLO CHE DITE:
So che molti sono della scuola dell'immedesimazione organica col posto di lavoro, ma se voi state lì a dire che il libraio è un deficiente davanti a lui o che tutti dovremmo chiudere e Amazon dovrebbe regnare, che siamo dei dementi che vivono nel passato dei libri di carta o mentecatti che non conoscono l'ignoto libro che cercate, il libraio ecco potrebbe offendersi. Certo, voi lo state dicendo alla vostra amica e non a lui direttamente, ma se siete a cinque centimetri di distanza le leggi della fisica ci dicono che il suono si propaga. Alcuni sono raffinatissimi: parlano con te, poi fanno una pausa e ti insultano con l'amica che annuisce, poi riprendono a parlare con te. Ve lo dico, siamo esseri senzienti e corporei. Quando in metro mi capita di incontrare dei clienti abituali mi fissano come a dire "Oddio, ma allora esisti e vivi e ti muovi fuori da quel luogo!". Ebbene sì ragazzi.

METTERE A POSTO O NON METTERE A POSTO I LIBRI?: 
Lasciate lo sporco lavoro a chi è del mestiere
 La strada del diavolo è lastricata di buone intenzioni. 
Se vedete semplicemente un libro messo al contrario ve lo dico, potete metterlo al dritto senza problemi, idem se vedete alcune pagine piegate: nessuno è mai morto per aver osato distendere un po' di carta. Discorso diverso è quando vedete delle pile disseminate a caso e pensate di far cosa gradita risistemandole o i libri sugli scaffali non vi pare che seguano l'alfabetica e sono mescolati.  Fermi tutti! Magari quella sezione è in ordine per editore o per titolo o per argomento! Voi pensate di sistemare e invece state per rendere la vita impossibile a un libraio. E' vero, sistemare è compito nostro, non solo perché è il nostro lavoro, ma perché ci sono delle regole, magari non evidenti da seguire. Al massimo, se vi sentite servizievoli, portateceli, ve ne saremo grati.
 Sappiate che alcuni clienti poi fanno del loro peggio per renderci la vita impossibile scombinando VOLONTARIAMENTE alcune sezioni. I malvagi puntano un settore e lo mandano all'aria con regolarità. Non so che perversione sia, ma è meglio per loro se non sanno dove lavorano: potrei andare lì e rendere la loro vita lavorativa mooooooolto difficile.

Et voilà!


13 commenti:

  1. Gente che lecca i libri? Esiste veramente?

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    1. Gli esseri umani sono così strani che dopo un po' ti prende a male

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  2. D'accordissimo su tutto ma....
    O libraio/a, ti prego:
    - se ti dò il titolo e l'autore, non chiedermi anche l'editore
    - va benissimo se mi dici "di là" ma non indicare vagamente un'area dalla quale si dipartono quattro gallerie, tutte cariche di libri fino al soffitto
    - se davanti a me c'e' qualcuno che sta discutendo con te su quale sia la traduzione migliore delle 28 attualmente disponibili del "De rerum natura" e la cosa ti affascina (affascinerebbe anche me) interrompi solo un attimo per chiedermi che cosa voglio. Magari in cinque secondi mi hai sbrigato, io sono felice e tu puoi tornare a discutere con il latinista
    - non sparire dissolvendoti nell'aria proprio quando ti ho finalmente adocchiato dicendomi "Un attimo solo" e poi non ricompari più mentre sento la tua voce provenire dai penetrali dove stai senz'altro discutendo di lavoro, ma io sono sempre lì in piedi che non so bene che cosa fare.
    Comunque dopo l'episodio della luna mi rendo conto che io non potrei mai mai mai fare il tuo lavoro...

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    1. Certe volte il libraio chiede anche l'editore perchè: A) deve capire se lo distribuisce B) Magari ne esistono più edizioni C) L'autore benché autore talvolta viene come curatore da chi fa i data base dei cataloghi e usandolo come chiave di ricerca non esce niente.
      Per quel che riguarda interrompere una discussione con un cliente devo dire che anche io non ascolto le domande infestanti accanto a me (ma io cerco sempre di tagliare corto se vedo persone, non riuscendo tuttavia sempre nell'impresa). Il motivo è presto detto: il libraio vuole evitare le risse verbali tra clienti.
      Non sai quanta gente si picca se viene interrotta e inizia ad insultare il prossimo. Già assisto a bagni di sangue quando me li trovo in fila al punto info e non so chi è arrivato prima e loro pretendono che io scelga salomonicamente.
      Fare una persona alla volta evita molti casini già visti.
      Purtroppo se becchi un libraio che sta correndo a discutere di lavoro con un altro collega c'è poco da fare. I negozi sono quei posti dove la persona che lavora all'interno serve i clienti e in contemporanea deve fare tremila cose. Certo il cliente ha la precedenza, tuttavia se alcune cose non vengono sbrigate, prima o poi andranno a far danno anche al cliente stesso (tipo libri che non si sa dopo il collega y del turno prima ha messo e se egli prima di andarsene non ti fa un riassunto veloce non potrai mai trovarli). Credimi alla fine ne traggono vantaggio tutti, pure i clienti che aspettano).
      ;)

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  3. Temo di non poter lavorare a contatto col pubblico: ci troppi cafoni che girano liberamente... -_-

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  4. Posso chiederti gentilmente di posizionare i libri di fantascienza ANCHE nella sezione fantascienza?

    Shikasta, della Lessing è fantascienza e invece è solo nel settore narrativa assieme alle altre cose della Lessing che non sono fs. Perché della Lessing ci sono i romanzi feltrinelli e nessun libraio ordina quelli di fanucci? Fa schifo che un premio Nobel scriva fs? (A questo punto Amazon è d'obbligo.)

    Il mondo nuovo di Huxley è fantascienza che non è quasi mai nel settore fs, ma solo nella narrativa generica.

    Ho sognato tante volte di spostarvi la pila di Shikasta affianco a quella di Asimov. Un giorno lo faccio.
    (scusa lo sfogo...)

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    1. Ilcomizietto ma tu sai in che libreria lavoro? Perché dal tono del commento pare tu sia matematicamente certa che dalle mie parti le cose funzionano come le descrivi. Ti informo che abbiamo Shikasta nell'edizione della Fanucci e che in genere la Lessing si tiene tutta nella narrativa generica e non sparsa per sezioni perché per la clientela è più semplice ritrovare un autore in un'unica posizione e non pellegrinare per trecento settori (ed essendo nella Lessing preponderante la produzione generica finisce lì tutto, anche la SF). Asimov se ne sta nella SF perchè scriveva quasi solo di SF (ma teniamo persino qualcosa in fisica).
      Scrissi svariatissimo tempo fa un post sul pregiudizio in libreria, cioè sul fatto che certi temi o autori siano trattati pregiudizialmente in un certo modo. Non è questo il caso però, semplicemente dietro cose che ai babbani sembrano illogiche c'è un pensiero testato in anni di esperienza.

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    2. Mi scuso ancora per lo sfogo, che non era rivolto a te e alla tua libreria, ovviamente.

      Dico solo che certe logiche forse vanno bene per alcuni, ma non per tutti. La fs, per esempio, è settore riservato a pochi intimi. Io ci passo davanti abbastanza spesso e se ci sono ristampe o novità che non sono lì e sono nella narrativa generica... beh, la libreria rischia di perdere un acquirente molto motivato, come è chiunque segue un genere di nicchia. (Shikasta l'ho scoperto per puro caso. Gli altri della serie Canopo in Argo della Fanucci nelle principali librerie di Milano non ci sono.)

      ilcomizietto.chesièdatounacalmata

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  5. Quella dei clienti che spostano i libri è una piaga. Quando vado in libreria per un libro, solitamente so dove trovarlo e se non lo so, prima cerco con logica (un horror non lo troverò tra le guide delle città, per esempio) e poi chiedo se non trovo; spesso non trovo perché c'è qualche illuminato che l'ha spostato. Chi lavora in libreria deve aver sviluppato la capacità di ritrovare i libri spostati.

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  6. oddio anche a me a volte e' venuto da chiedere dove fosse il bagno (ma xke ero dentro da tipo un'ora e ne avevo bisogno) pero' non l'ho mai fatto ne' ho mai visto un cartello che lo indicasse: capisco le librerie piccole ma in una feltrinelli di due piani non dovrebbe esserci?

    ah sono una di quelli che annusa i libri ;3

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  7. Lavoro anch'io in libreria e ti quoto al 3000 per 1000!!!!
    Vado a condividere questo post ovunque ;)
    Ti ho inserito anche nel mio Blogroll!!!

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  8. Non sono libraio, ma comprendo. Come lettore mi ritrovo nella tipologia del lettore spazialmente disorientato.
    Molto simpatica la tua carrellata.

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  9. Non sono libraio, ma comprendo. Come lettore mi ritrovo nella tipologia del lettore spazialmente disorientato.
    Molto simpatica la tua carrellata.

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