mercoledì 3 febbraio 2016

Piccole recensioni tra amici (ormai medie in realtà)! Un abuso di credulità popolare in età classica e un giallo che rispetta il test di Bechdel: Luciano di Samosata e Giulia M. Ciarpaglini su questi schermi.

 In questo periodo sto avendo una fatica immane a organizzarmi con gli orari e anche per leggere faccio i salti mortali.
 Ormai sono diventata una specialista dello sfruttare pure il singolo minuto di attesa sulla banchina della metro o i trenta secondi in ascensore (o altri luoghi discutibili, tempo fa avevo scritto un post sui "posti più strani dove avessi mai letto").
 Vabbeh, passerà pure questo. Nel frattempo ecco a voi un "piccole recensioni tra amici" che ormai è diventato un "Medie recensioni tra amici".
 Oggi si va di classici e di gialli. Non so perché, ma ultimamente fatico a leggere gli autori contemporanei e sto riscoprendo il mio vecchio amore per gli autori classici (greci, che anche alle superiori preferivo di gran lunga Greco a Latino).
 Smetto di cianciare e vi lascio ai libri. Ah, sono stellette piene al primo e tre stellette su cinque al secondo. E coi voti è andata.


ALESSANDRO o IL FALSO PROFETA di Luciano di Samosata ed. Adelphi:
 Questo libriccino piccino picciò proviene da un tempo assai lontano ed è interessante e avvilente per vari motivi.
 Luciano fa infatti un resoconto di un caso di credulità popolare identico in modo inquietante a ciò che avviene quotidianamente in un mondo in cui ci siamo tutti scoperti medici e scienziati senza laurea e spesso preferiamo seguire come pecore enormi cialtronate (o medici miracolosi ovviamente osteggiati da qualche komplotto!1!) che ascoltare qualcuno che ha studiato una scienza esatta.
 Il protagonista di questa vicenda è tale Alessandro, un intelligente truffatore e, diremmo ora, sfruttatore della credulità popolare. Dopo un inizio in salita come prostituto bisessuale, trova una certa stabilità economica diventando l'amante di una donna dell'Epiro, compaesana della madre di Alessandro Magno, Olimpiade. 
 Il fatto non è irrilevante perché pare che nell'Epiro le persone avessero una certa dimistichezza con i serpenti e li trattassero un po' alla stregua di animali domestici (Luciano suggerisce che questo fosse il motivo della leggenda per la quale Alessandro Magno sarebbe stato concepito dalla madre assieme a Zeus in forma di serpente). Imparò quindi a maneggiare queste bestie con familiarità e, sviluppando un po' di tecniche da ciarlatano e finto mago apprese da un suo precedente amante, mise su, assieme ad un complice, il suo ambizioso piano: fingersi una divinità minore, un unto degli dei diciamo.
 Innanzitutto scelse con cura il luogo dei suo misfatti: una città dell'attuale Turchia, Abonutico, che Luciano ci dice non essere famosa per l'intelligenza dei suoi abitanti, particolarmente ottusi e creduloni. Poi, escogitò uno stratagemma che imitava i grandi misteri, con un falso uovo manomesso per contenere un serpente a mostrare la benevolenza del dio che si pregiava di rappresentare: Glicone. Tale dio parlava attraverso un finto serpente che Alessandro maneggiava nell'oscurità rendendolo plausibile.
In breve tempo conquistò un favore sempre crescente e i soldi iniziarono a scorrere copiosi:  si sparse la voce che poteva curare qualsiasi malattia, che i suoi auspici si avveravano sempre, il futuro per lui non aveva segreti ed era capace di grandissime magie in grado di guarire gli infermi e vincere battaglie.
 Convinse un ricco romano assai credulone, Rutiliano, a sposare sua figlia dicendo non solo che era un ordine degli dei, ma che era indubbiamente un onore grandissimo, essendo costei nientemeno che la figlia della dea Selene. In un crescendo di isteria collettiva, venne assurto ad un grado divino, senza che nessuno, o quasi riuscisse ad arginare tale delirio.
Statuetta del dio Glicone
 Il quasi appartiene agli epicurei. Luciano ci dice che se c'era qualcuno che Alessandro odiava era proprio Epicuro e i suoi seguaci che cercavano costantemente di smascherare le sue menzogne (e quando uno quasi ci riuscì rischiò di essere linciato dalla folla nonostante l'evidenza).
 E ora potete capire perché questo piccolo, prezioso, pungente libro sia avvilente: non ci restituisce nessuna speranza nel genere umano. Un genere pronto a diventare massa senza razionalità davanti a chi fa due trucchi di primo acchito plausibili, ma ad un'osservazione più attenta senza sostanza. 
 Purtroppo gli epicurei sono sempre minoranza, le maggioranze preferiscono soluzioni più semplici, l'intervento del trascendente, spiegazioni oracolari nascoste dietro calcoli e medicine inesistenti a secoli di ricerche scientifiche.
 A lavoro vedo libri che propongono di guarire le malattie recitando stringhe numeriche come mantra. Capite bene che se in duemila anni non ci siamo evoluti nonostante la scuola dell'obbligo, forse è il caso di iniziare a pensare che il genere umano non sarà mai epicureo, ma sempre schiavo di nuovi alessandri, pronti a sfruttare le nostre debolezze, la nostra ignoranza e, soprattutto, la nostra infinita presunzione.

ASSASSINIO ALLA CASA DELLE DONNE di Giulia M. Ciarpaglini, Luciana Tufani editrice:
 Non molti credono, conoscono quello che è conosciuto come "il test di Bechdel".
 Alison Bechdel che, in una tavola del suo storico "Dykes to Watch Out for" osservava come quasi nessun film era in grado di rispettare tre regole:
Fu inventato senza, credo, poterne immaginare la diffusione dalla fumettista americana
1) La presenza di almeno due personaggi femminili di cui si conosca il nome.
2) Il fatto che le due donne debbano anche interagire tra loro e non solo con gli altri personaggi maschi.
3) L'argomento delle conversazioni delle due donne non devono essere gli uomini.
 Pensateci, quanti film conoscete che rispettano questa regola? Pochetti eh.
 Voi direte che sono molto limitanti.
  E allora come mai se ci pensate, ne esistono a bizzeffe in cui gli uomini sono la quasi totalità dei personaggi intenti a salvare il mondo, risolvere gialli, vincere gare sportive e fare altro in cui le donne in genere appaiono solo di striscio, giusto per una storia d'amore al volo?
 Nei libri le cose vanno ovviamente meglio, ma rimane comunque stupefacente leggere un romanzo, un giallo nello specifico, in cui ci siano praticamente solo donne e scarsi uomini di contorno nominati come comparse. Donne sono le vittime, donna l'assassino (non è spoiler assicuro), donna è l'ispettrice, tutte donne le amiche.

All'inizio della storia c'è una minaccia plateale in un ristorante ad una donna che viene trovata morta pochi giorni dopo vicino al centro di documentazione femminile di Ferrara. Abitava lì vicino, i tre quarti della cittadina aveva motivi per detestarla, i moventi quindi innumerevoli.
 Nel giro di poco si scopre che una delle donne del Centro è introvabile: ha visto qualcosa? E' lei l'assassina? E' stata rapita? L'ispettrice Mara Valdambrini cerca di dissipare le nebbie in un gruppo di amiche per la pelle, senza disdegnare Livia, collaboratrice del centro con un rapporto talvolta troppo stretto col vino.
 Il giallo è un (quasi) esordio ben scritto, con una storia non farraginosa che tiene fino alla fine. 
 Ha un solo problema che però può essere facilmente risolto in un eventuale (e francamente spero ci sia) seguito: i personaggi sono troppi e/o troppo poco caratterizzati, col risultato che si entra in confusione coi nomi.
 La mia impressione è che l'autrice, probabilmente volendo ricalcare in parte le sue amicizie (è lei stessa una collaboratrice del centro di documentazione di Ferrara) abbia infilato troppi personaggi di contorno non necessari che rubano spazio alla protagonista, Livia, molto ben delineata.
 Ecco, io attendo il seguito, con meno personaggi e più particolari gustosi, più descrizioni, più ciccia da romanzo e meno dalla realtà insomma.
 Una variazione del giallo molto graziosa.
 E se vi stizzisce il fatto che siano tutti personaggi femminili, provate a fare il test di Bechdel ai vostri libri e scoprirete che ne avete letti una caterva che non lo passano, solo che non ci avete mai fatto caso.

E se avete letto o leggerete fatemi sapere!

5 commenti:

  1. Quando penso a cose come le opere di Luciano (ma anche, per dire, all' "Asino d'Oro" di Apuleio, oppure al libro di cucina di Apicio, e altri titoli del genere), non posso fare a mano di riflettere sul fatto che in nessun caso, ma proprio nessuno, siamo in possesso di testi contemporanei. TUTTO qzello che abbiamo dell'enorme patrimonio della letteratura greco-romana ci viene da due fonti: principalmente, le copie fatte negli "scriptoria" dei monasteri benedettini; secondariamente, traduzioni in arabo fatte dopo la conquista musulmana su copie che circolavano nell'impero bizantino, e poi ritradotte in latino o in volgare.

    Sono sopratutto i monasteri benedettini che mi affascinano, perchè quello che hanno fatto getta una luce molto diversa su quelli che in genere vediamo come "i secoli bui" e "l'oscurantismo della chiesa". Quei monaci copiavamo qualsiasi testo, anche parziale, su cui riuscissero a mettere le mani, compresi i romanzi pornografici e assurde ricette, nel disperato tentativo di salvare il più possibile di un patrimonio culturale in disgregazione.

    Conosci "A Canticle for Leibowitz", di Walter Miller? E' fantascienza, ma rischi di diventare profezia...

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    1. Lo conosco, ma non l'ho mai letto. Purtroppo è difficilissimo trovare una marea di classici della fantascienza in commercio. Non so come sia possibile. Tra la Fanucci che fa una tiratura sola e poi addio, le grandi case editrici che dopo Asimov e Bradbury ciao, devi fare la pesca miracolosa nella microeditoria e comunque la stragrande maggioranza dei titoli storici non si trovano. E' una cosa, per me, incomprensibile.

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    2. cerca di trovarlo in qualche biblioteca: lo lessi trent'anni e passa fa, l'ho riletto di recente, e l'ho trovato tuttora ottimo e (purtroppo) profetico

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    3. ps. ho visto che stai leggendo, fra l'altro, Le vie dei Canti: il libro di Chadwin che preferisco... primo o poi devo andare in Australia e nel desero!

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  2. Se può servire...

    https://www.google.de/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0ahUKEwi4-62Sgt7KAhWE_iwKHeWqAZsQFggfMAA&url=http%3A%2F%2Fwww.finitysend.com%3A35001%2Fget%2Fpdf%2F4996&usg=AFQjCNHbqtDO-BFLJ_w84k0ANCmk-TidVg&sig2=t5frOo4N25SZs1whcB4Law&bvm=bv.113370389,d.bGg&cad=rja

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