giovedì 23 giugno 2016

Cosa passa il convento? Le cinque tendenze libresche del momento: Islam in tutte le salse, Io io io e ancora fortissimamente io, running selvaggio, Kent Haruf e diete molto smart.

 Una delle cose che mi lascia più perplessa quando leggo le classifiche di vendita dei libri, è il perenne stupore nei commenti.

Il tono di solito è: com'è possibile che Greta Menchi sia terza? E' inaccettabile che le 50 sfumature vendano più del commento a Dante di Sermonti! Fabio Volo primo in classifica?? Dovrebbe esserci Galimberti!

 La perplessità è dovuta allo strambo fenomeno per cui chi commenta le classifiche fa parte della nicchia di lettori forti e non della massa che fa numero, come se la massa, una volta soddisfatto il suo bisogno di possedere il tomo che gli serve, resettasse l'esistenza del mondo dei libri e del fatto che, nel bene o nel male, ne hanno brevemente fatto parte.

 Da cosa dipende questo incredibile fenomeno (a cui il post ha dedicato anche un articolo qualche giorno fa)?

1) Fattore contingente. Ho un esame (penso che le case editrici di concorsi dovrebbero fare un altarino al ministero della pubblica istruzione dai TFA al concorso a cattedre), mi serve il manuale di preparazione, lo compro, lo uso, ciao.
 Altro esempio: voglio imparare una lingua, mi serve un dizionario ecc.

2) Fattore di interesse specifico. Sono un appassionato di escursionismo e compro tutti i libri che riguardano percorsi in montagna, in collina e in pianura e anche un po' di narrativa di viaggio ambientata oltre i 1000 m.

Coda per firmacopie Benji e Fede da laRepubblica Torino
3) Fattore moda. I libri, per molti versi, non differiscono da altri beni di consumo. Hanno certo un fattore di imprevedibilità elevato (se ci fosse la formula perfetta, non ci sarebbero tirature invendute), ma anche loro patiscono le mode.

 Basti pensare all'esplosione del settore erotismo quando la James ha fatto il botto, (e alla precedente esplosione di lolite sexy all'epoca di Melissa P.) o al periodo in cui l'horror scoppiava perché tutti avevano un romanzo sui vampiri nel cassetto (perché c'era "Twilight").

 Una cosa che ho sempre pensato è che non solo non abbia senso criticare quello che non si è mai davvero letto (manco dieci pagine), ma non ce l'ha neanche ignorare cosa legge la stragrande maggioranza delle persone. 
 Sarebbe come mettersi i paraocchi per non vedere come sono vestiti gli altri: non è che devi vestirti allo stesso modo, ma almeno sai cosa sta facendo il resto del mondo.
 Proprio per questo ho deciso di stilare un elenco di 5 libri/argomenti che in questo periodo vanno superfanta di moda, così saprete cosa caspita ha tra le mani il vostro vicino di treno o di casa o di macchina o di ufficio o, prestissimo, di spiaggia.

RUNNING:

 Ricordo ancora quando mia madre, invece di spedirmi a pallavolo, come avrei sperato ("E' un covo di vipere, mi diceva"), mi inviava invece a praticare lo sport più noioso del mondo se non sei versata in nessuna delle sue, pur numerose, discipline: l'atletica.

Passasse il salto in alto, (lividi a ripetizione sulla schiena, ma superato il metro e dieci), passasse quello in lungo, passasse il lancio del peso e del disco (alla fine ero finita a fare quello che aveva anche un suo perché se non dovevi interromperti ogni tre secondi col terrore di prendere in fronte uno dei pulcini della scuola calcio), c'era una cosa che proprio non sopportavo: correre. 

 Non era tanto o solo la fatica, quanto la noia estrema dell'essere costretti a correre col fiatone e i polmoni in fiamme anche per un'ora (quando l'allenatore trovava conveniente farci arrivare fino alla frazione più vicina passando per campi).

 Anche per questo non ho mai capito la passione imperante per quello che un tempo si chiamava jogging,  e ora ha mutato verbo ed è diventato running (se magari qualche linguista è in ascolto mi spieghi la differenza e come sia mai stato possibile). Cosa c'è di così magico nella corsa? (Posto ovviamente che fa bene e costa poco e niente?).

 Non lo so ancora, ma se faceste un salto nella sezione sullo sport vi accorgereste in tre secondi netti che una nuova febbra attraversa le masse: ora si runna e se non runni, se non gridi di gioia facendoti cospargere di colori lavabili alle color run, se non sfidi te stesso in maratone indette per qualsiasi causa, se non sogni di arrivare alla maratona di New York, allora non sei nessuno, baby.
 Nell'attesa di sapere quando passeremo ad altro, immagino che la Nike abbia dedicato un santuario al dio del run, meritevole di aver fatto dimenticare boiocottaggi, critiche no global e Naomi Klein.


KENT HARUF:

 Premetto che non l'ho letto perché idealmente me lo sto conservando per l'estate e premetto anche che sono anche fiduciosa sul fatto che meriterà. Tuttavia io rimango sempre basita quando mi accorgo delle recensioni a ondate.

 Wuuuum tutti recensiscono in massa l'ultimo minimum fax wuuuuuum tutti recensiscono in massa la nuova saga familiare ebraica wuuuuum tutti recensiscono l'ultimo imperdibile classico polacco che nessuno traduceva da quarant'anni wuuuuum

 Per carità, ci sono dei libri che spiccano nella massa (proprio come fu "Stoner" fa parte di questi), però io sono fatta in modo riottoso e quando vedo troppo entusiasmo collettivo mi prende male e mi si guasta l'aspettativa.

 Non è fare bastian contrario è che praticamente mai nella vita ho guardato la classifica per comprare un libro e prima di aprire un blog non avevo mai letto i suggerimenti di nessun altro (ebbene sì, predico bene, ma razzolo in questo caso, molto male), perciò quando qualcuno vuol convincermi a tutti i costi che o leggi questo libro o "Maria io esco" allora inizio a innervosirmi.

 In ogni caso la sua trilogia è la trilogia dell'estate, se volete "Il libro più letto di tutti" (non ci crederete, ma richiesta abbastanza frequente in libreria) sappiate che, tolto il solito Montalbano e i vari youtuber, è questo.

ISLAM:

E' il tema del momento ed escono una tale quantità di libri che, ve lo dico, se avete una minima competenza su una qualche sfaccettatura dell'Islam e delle società islamiche, mandate il vostro manoscritto, qualcuno di sicuro ve lo pubblicherà.

 Se c'è una cosa davvero ammirevole della sezione di attualità è che guardarla per più di dieci secondi trasmette la stessa identica ansia dell'ascoltare uno speciale di Mentana in loop: titoli catastrofisti si mescolano a opinionisti che a loro volta si aggiungono a storie di vita vissuta dei sopravvissuti, degli ex carnefici, di quelli che hanno sempre resistito di quelli che cianciano senza sapere di cosa stanno parlando.

 Ecco, si va a ondate e da Parigi in poi gli uffici editoriali hanno vessato autori per titoli commissione o pubblicato qualsiasi cosa fosse pubblicabile con dentro la parola Islam. Sfogliandoli tutti, i pro, i contro, quelli che dicono che la Fallaci era Cassandra e quelli che invece ci giurano che un giorno ci prenderemo tutti per mano e faremo girotondi attorno al pianeta, non si capisce comunque niente.

 Viene il dubbio che o nessuno sa di cosa stiamo parlando davvero o che l'argomento è troppo mastodontico per essere affrontato come un servizio del tg su carta.


DIETA SMARTFOOD:

 Non chiedetemi cos'è, non lo so. So solo che vende.

Mi rifiuto ormai di star dietro alle innumerevoli diete  che di colpo la gente si mette a seguire: quella a punti, a calorie, coi semi, senza semi, coi latticini, senza, la paleolitica, la proteica, la giapponese, la senza muco, quella con la candeggina, quella anticancro, con le fibre, senza fibre, col vino, senza vino, con l'ammoniaca, fruttariana, vegetariana con correzione alla sambuca, pescetariana con una spolverata di manzo, quella turbo, del supermetabolismo, dei sei chili in un mese, del gruppo sanguigno, dei capelli biondi, dell'autoconvincimento, di Barbara D'Urso, del dietologo di Madonna, di Madonna stessa, della cioccolata, dell'eterna gioventù, dei fiori, crudista, nudista, podista, salutista ecc. ecc. ecc.

 Per qualche motivo misterioso, che di sicuro ha a che spartire con l'effetto pecoronaggine, adesso vi basterà mettere la parola smart nel titolo e convincerete le masse che stanno per dimagrire in eterno.

 Non chiedetemi cosa comporti, perché sono dell'opinione che quando ci si mette a dieta seriamente, sarebbe il caso di andare dal nutrizionista e/o dal dietologo.


IO IO IO:

 Mmm, di cosa parlerà mai la narrativa italiana contemporanea? 
 Date un'occhiata alla cinquina dello Strega e lo saprete:
 Sermonti gli dà di autobiografia, la Stancanelli ci è arrivata con uno di quei classici libri che spero la storia dimentichi nell'arco di due anni (ossessione costruita a tavolino che potrebbe agilmente risolversi se la protagonista si trovasse qualcosa da fare), Albinati porta un romanzo la cui lunghezza dovrebbe essere permessa solo a Joyce e parla della sua adolescenza (e di quella dei mostri del Circeo suoi compagni di scuola), Affinati, il cui nome quasi sincronico con Albinati pare messo apposta per confondere la clientela, autore di una biografia su Don Milano. La vita, quindi, di UN uomo. L'unico originale rimane quello di Meacci che ha per protagonista un cinghiale improvvisamente senziente.

 Non è annata di affreschi sociali, non è annata di rapporto col prossimo, del dolore altrui, di romanzi corali, di sentire comune.

 Io, io, io, l'interiorità individuale, individualità interiore, come volete chiamarla tira.

 Probabilmente è uno specchio dei tempi anche questi, ma allora, come mai, a me sembra che nessuno di questi romanzi e quasi nessuno di quelli che escono quotidianamente riesca a colpire davvero lo spirito dei tempi?
 Il dolore degli altri e gli altri in generale non sembrano molto di moda (e probabilmente anche per questo oltre che per l'indegno disinteresse del premio più importante d'Italia per la narrativa di genere, De Giovanni è stato bellamente bistrattato).

7 commenti:

  1. Bell'articolo, come sempre. Credo che "run" sia visto come più dinamico di "jog", insomma è un verbo più alla moda.
    Il cinghiale senziente tipo quello di Zerocalcare? (Scherzo).
    La Fallaci come Cassandra delle masse, in effetti la sta leggendo una mia amica che confonde i Medici di Marcello Simonetta coi dottori, creando dialoghi surreali.

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  2. La domanda è come è possibile che certi libri siano anche solo selezionati per lo Strega?! Al di là che possano piacere o no, che ci sia letteratura 'seria' e di 'evasione' ... Stiamo parlando del premio letterario più blasonato d'Europa!
    Una volta vi partecipavano premi Nobel e candidati al Nobel, grandi intellettuali, nomi di rilievo internazionale, esordienti con opere 'profonde' ... Anche solo il libro di Piperno che lo ha vinto qualche anno fa...ma come si fa?! Manca proprio 'spessore' a libri ed autori.

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    1. Il sistema dello Strega è contortissimo, coi famosi amici della domenica e compagnia bella.
      In generale ci sono quindi una serie di rapporti di potere che fanno finire al top sempre le stesse case editrici anche se, misteriosamente, quasi mai per i loro libri più belle.
      Ma non sarebbe giusto dare la colpa solo al "sistema". E' che ragazzi miei, il livello della narrativa italiana è basso, non ce n'è, escludendo il fenomeno Ferrante e il fenomeno Saviano, quali altri fenomeni ricordate negli ultimi decenni? E anche se uno non deve essere per forza un fenomeno quale intellettuale ricordate emerso dalle nebbie della nostra narrativa da vent'anni a questa parte? Dico intellettuale vero.
      Se poi ci aggiungi che non considerano in nessun modo la narrativa di genere che forse è l'unica che dà vaghi segni di vita (io De Giovanni lo candiderei tutta la vita allo Strega), allora la frittata è fatta.
      L'unico Strega degli ultimi anni che ho trovato meritorissimo è "Il dolore perfetto" di Riccarelli e lo avrei dato anche a Fois per "Stirpe" (mi pare che candidarono curiosamente il secondo libro della saga l'anno dopo). Io tra l'altro leggo anche parecchi autori italiani, ma insomma se fai il confronto con quello che passa il convento in altri stati è un po' impietoso.

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  3. Tuttavia io rimango sempre basita quando mi accorgo delle recensioni a ondate.

    Io lo restavo prima, quando ancora non conoscevo il mondo dei book blogger e, ancor di più, dei booktuber (coloro che parlano di libri su Youtube). Ci ho messo un po', ma alla fine ho capito: capita spesso che gli editori inviino ai web-recensori il libro che stanno lanciando al momento. Un tempo credevo succedesse solo a chi aveva gazzilioni di iscritti, invece mi sono resa conto che sono coinvolti dalla cosa anche blogger e videoblogger medio-piccoli.
    Dopodiché, si sa, quando sei in un "giro" e vedi che in diversi della stessa cerchia leggono tutti la stessa cosa, sei spinto anche tu a comprarlo, leggerne e parlarne, e quindi si crea una sorta di effetto domino, per cui nel periodo X tutti, o quasi, coloro che si occupano di libri amatorialmente parlano degli stessi 2-3 romanzi...

    io sono fatta in modo riottoso e quando vedo troppo entusiasmo collettivo mi prende male e mi si guasta l'aspettativa [...] quando qualcuno vuol convincermi a tutti i costi che o leggi questo libro o "Maria io esco" allora inizio a innervosirmi.

    Io sono fatta uguale. Infatti di solito quando mi accorgo che del libro X stanno parlando tutti, mi sale l'insofferenza e so già che non me lo filerò mai di striscio (se non, forse, dopo anni e dopo che tutti avranno smesso di parlarne)
    XD

    Comunque anche il libro sul cinghiale candidato allo Strega è stato abbastanza chiacchierato (può c'entrare il fatto che Minimum Fax è l'editore feticcio di molti di coloro che parlano di libri online. Anzi, se tu, da libraia, sai dirmi perché ciò accada... °_°)

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    1. Sì l'invio di massa lo conosco (non ne sono coinvolta però, non so se offendermi o esserne fiera ahahaha), però non so, come fai a dire sempre indicativamente bene di un libro? Io so che dovrei leggere più indipendenti, ma non è che non ci provi, semplicemente in narrativa è molto più difficile capare dal mucchio che dalla saggistica in questo senso. Poi vabbeh io faccio fatica a leggere libri perché devo (mi succede principalmente per LezPop).
      Il mondo dei booktuber mi è completamente ignoto.
      Per quel che riguarda Minimum Fax penso attiri molti bookblogger che vogliono dimostrarsi di livello perché la Minimum wannabe Einaudi Indie, quindi essere colta, ma ggggiovane e ricercata al tempo stesso. Inoltre dovresti vedere come sono assaltati alle fiere: se sei lì e li saluti se nel posto ggggiusto.
      Io devo dire che non ho nulla contro, hanno anche bei titoli ovviamente, il problema è che poi quando sono lì per decidere: meglio questo o quest'altro? Il Minimum Fax soccombe sempre. Se avessi finanze più estese ne recensirei qualcuno anche io probabilmente, ma soccombono alla dura legge della selezione del portafoglio.

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  4. Già hai ragione :(
    Gli intellettuali 'propriamente' detti poi sono una categoria praticamene estinta: grado di minaccia CR (critico), messo peggio del panda gigante!

    Per quanto riguarda il premio Strega e tanti altri premi in generale certamente sono 'lobbizzati' però un minimo di 'decenza'.

    Ps devo farmi un account Google per commentare nei blog che con questo provvisorio sembro Mr Mxyzptlk Il nemico di Superman : P

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