mercoledì 27 settembre 2017

Momenti d'autunno. Tra Irlanda, film horror, lana e zucche, i libri per vivere appieno la stagione (per me) più bella dell'anno.

Autumn is coming, ancora pochi giorni e il fatidico giro di boa che, almeno io, aspetto da quasi un anno, giungerà.
Muffin di Halloween fatti con le mie sante mani

 Certo, lo so, ufficialmente è autunno già da una settimana, ma settembre ha smesso di sembrarmi tale da quando ho finito le superiori ed è diventato solo una triste propaggine troppo calda di ferie d'agosto sempre troppo brevi.

 Una volta che sei partita e tornata dalle due settimane di libertà, l'unica cosa che vuoi, o che, almeno io voglio, è trovarmi direttamente la pioggia, il the, un libro e una città dove non boccheggiare più per il caldo dopo mesi e mesi di un'estate che ormai s'è mangiata la primavera in mezzo boccone.

 Perciò benvenutissimo Ottobre.

 Per festeggiare questo lieto evento, voglio dedicare questo post a tutte le cose belle  (o comunque significative) dell'autunno, così anche quelli che sui social implorano l'estate di non andare via (dopo vertordici mesi), possano capire perché, al netto della siccità, è anche bello che le temperature oltre i trenta gradi e il sole a picco schiodino finalmente dalla penisola.
 Pronti? Via!


HORROR TIME:

 Non voglio spoilerare troppo quello che sarà sontuoso argomento di un post d'ottobre, ma nel glorioso tempo di Netflix, quando orde di trentenni non vogliono altro che tumularsi in casa sotto strati di coperte a vedere serie tv sul pc senza riuscire a saziarsene mai, è un punto che non poteva essere omesso.

 I film horror o anche le serie tv horror (chi sta aspettando con fervore la seconda di "Stranger Things") sono parte integrante della mia routine di Halloween. 

 Quando non leggo libri a tema (o non scrivo post a tema), soprattutto se ho molto da fumettare, vedo film su film.

 In realtà è un'abitudine che ho solo da tre anni ossia da quando ho scoperto una passione per i gialli all'italiana che mi ha condotto per le strade di Dario Argento, Fulci, Bava, Avati e compagnia bella.

 Non ho mai sopportato gli horror americani, vicini di casa che ti ammazzano con mannaie e gente cretina che si accampa su cimiteri indiani circondati da case di cura piene di omicidi psicopatici non adeguatamente sorvegliati, ma i gialli all'italiana sono tutta un'altra cosa.

 Quest'anno, complice l'ondata nostalgica anni '80 mi è anche venuta voglia di rivedere tutti quegli "horror" da ragazzini tipo "Piramide di paura" o "Gremlins". Ce ne sono vari che all'epoca non vidi perché ero troppo pavida, è giunto il momento di recuperare.

 Suggerimenti di lettura:

"Cripte e incubi" di Manuel Cavenaghi ed. Bloodbuster
"Livello scarlatto" di Antonio Tentori Crac edizioni
Tutti i libri della Profondo rosso edizioni.


PIOGGIA:

 Potrei citare "La pioggia nel pineto", poesia di D'annunzio che imperversa durante l'ultimo anno di liceo a ricordarci che oltre Carducci c'era vita poetica di respiro vagamente europeo anche in Italia, oppure potremmo soffermarci su "Pioggia" di Maugham, ma se esiste un libro che può far apprezzare questo troppo disprezzato fenomeno atmosferico, quello è: "Qualcosa là fuori" di Bruno Arpaia.

 Se volete festeggiare l'arrivo di un temporale come una benedizione e trovare splendidi i pomeriggi di pioggia che, a vostro parere, vi impediscono di uscire a fare le cose più disparate, se volete capire perché a un certo punto l'estate (dopo 6 mesi) deve pur finire, allora aprite questo piccolo libro distopico.

 La storia è quella di un professore universitario napoletano, ormai avanti con gli anni, che guida una carovana di migranti climatici disperati.

  Migranti climatici che non vengono dall'Africa, ma dall'Italia, dalla Francia e Germania, e tentano in ogni modo di raggiungere i paesi scandinavi, tra i pochi paesi al mondo ormai vivibili dopo che il riscaldamento globale ha ormai raggiunto un punto di non ritorno.

 Cosa succede quando è sempre estate? Quando non piove più? Quando gli esseri umani si rendono conto troppo tardi di aver inceppato per sempre il clima terrestre?

 Non cose molto belle. Per questo, quando vi scoccia un po' di pioggia, aprite questo libro e vedrete che vi sentirete molto meglio e Ottobre vi sembrerà il mese più bello dell'anno.


LANA & ZUCCHE:

 Detesto cucire e sferruzzare e credo che, purtroppo, sempre lo detesterò.

 Dipende dal fatto che mia madre, credendolo un passatempo formidabile per una bambina, mi costringeva a passarci parecchi pomeriggi, come fossi una giovinetta ottocentesca.

 Da una parte la ringrazio perché so rammendare e attaccare un bottone, ma da un altro ho un tale rigetto nei confronti della maglia che, pur avendo conoscenti in grado di prodursi da sole interi splendidi guardaroba, non tocco un gomitolo manco a morire.

 Comprendo tuttavia il fascino che esercita sui molti che non associano questa nobile attività a pomeriggi di sterminata noia infantile e, persino Dolcemetà qualche anno fa si fece trascinare dall'entusiasmo partecipando ad alcuni incontri di maglia condivisa alla Triennale di Milano.

 Tutto ciò che mi rimane della sua fugace, ovviamente autunnale, passione sono dei manicotti rosa fucsia, una sorta di sciarpa e un gigantesco sacco pieno di gomitoli nell'armadio.
 In caso di guerra avremo di che produrre maglioni.

 Quel che invece finalmente torno a fare con piacere, dopo che per tutta l'estate ho lanciato in tavola mozzarella e prosciutto, è cucinare.
 Soprattutto amo dedicarmi ai dolciumi
 Niente cose strane: torte di mele e biscotti, principalmente biscotti di zucca.

 Tre anni fa trovai una ricetta meravigliosa su un ricettario e da allora ne produco chili e chili per tutto ottobre e tutto novembre.
 Portano via tempo, ma fare merenda e colazione con cibo non industriale is impagabile.

 Nella massa dei millemila titoli che potrei consigliarvi:

 "Ai ferri corti" di Alice Twain ed. Altreconomia
 "Zucca. 50 ricette facili" Academia Barilla ed. White Star (è il libro che contiene l'ottima ricetta dei biscotti di zucca).

IL GIORNO DEI MORTI:

 "Non so se tutti hanno capito ottobre la tua grande bellezza. Lungo i miei monti come uccelli tristi fuggono uccelli pazzi, lungo i miei monti colorati in rame fumano nubi basse. Fumano nubi basse"

 Lievi foschie e pesanti nebbie che si poggiano su livide tombe grigie messe in risalto da tappeti di foglie rosse. 
 Il gelo che sale alle guance e le giornate che, come tutto attorno, iniziano a morire sempre prima.
 Se c'è una stagione in cui doveva cadere il giorno dei morti, quella è indubbiamente l'autunno.

 All'inizio dell'università, stordita dall'improvvisa mancanza di una routine imposta, tentai in tutti i modi di crearmene una da sola e, per motivi che non ricordo, in parte puntai sulla musica da ascoltare ossessivamente per tre mesi.

La mia copia con torta di mele e the
 Vittime prescelte furono Guccini e De André, peraltro solo alcuni album in particolare: "Radici", i due cd di concerto con la PFM e "Non al denaro non all'amore né al cielo", il cd ispirato all'Antologia di Spoon River.

 Recuperai il libro relativamente tardi, non alle superiori, ma durante il mio primo anno d'università

 Avendo frequentato la triennale a Viterbo, mi piaceva molto girare per la città dentro le mura (molto graziosa, se non ci siete mai stati ve la consiglio) dove spesso si tenevano dei mercatini con merce improbabile.

 Quel Natale, oltre ad acquistare un'assurda bambolina composta da bucce d'arancia essiccate che regalai a una mia amica (chissà cosa pensò, chissà cosa pensavo io), mi persi un bel po' in un'enorme gazebo pieno zeppo di libri della Fabbri editore.

 Lì, per tre euro, comprai l'edizione dell'Antologia di Spoon River che ancora possiedo e che mi sento di consigliare a tutti se riuscite a scovarla da qualche parte. 

Non ci sono introduzioni grandi firme, ma il curatore, certosino, sotto ogni poesia ha messo l'elenco di tutte le altre collegate.

 La lettura viaggia perciò su binari caotici, imprevedibili, esattamente come nella vita: quando conosci la persona X non sai che stai per incontrare anche Y o per scoprire che Z aveva incrociato fatalmente il suo cammino molti anni prima.

 Un esercizio umano che riesce forse difficile nelle grandi città, ma rappresenta il cuore di quella grande matassa di rapporti che rendono i piccoli paesi così soffocanti e affascinanti al tempo stesso.
 Ci tornerò su in un prossimo post. Intanto se siete tra coloro che ancora non hanno preso per le mani questo capolavoro, USCITE E COMPRATELO. Ne riparlerò presto.


LA VERDE IRLANDA:

 Ogni autunno sogno di andare in Irlanda e puntualmente disattendo questo mio desiderio (quest'anno c'ero andata un po' vicino, prima di scoprire che, al contrario di quel che credevo, Dublino è molto molto cara).

 Immagino dipenda dal fatto che tra musica gaelica, verdi brughiere, foliage spinto, castelli sperduti, pioggia incessante e storie di fate e folletti, l'Irlanda tenda a riassumere un po' tutti gli archetipi autunnali in una sola nazione.

 Il risultato è che ogni autunno finisco per vedere film irlandesi che però purtroppo, almeno quelli che arrivano in Italia, sono quasi tutti a tema Ira e ribellione dall'occupazione inglese.
 Va un po' meglio coi libri.

 I miei consigli autunnali a tema Irlanda sono vari.

1) "Come gli irlandesi salvarono la civiltà" di Thomas Cahill, Fazi editore, bellissimo saggio bibliologico sul fondamentale ruolo degli irlandesi nella storia del libro. Popolo stranamente attratto dal libro non tanto come contenuto, quanto come oggetto dotato di veri e propri poteri magici, a loro si deve gran parte della tradizione amanuense e il salvataggio vero e proprio di gran parte della cultura del mondo antico.

2) Imprescindibile per gli amanti dell'Irlanda e del fantasy puro, almeno una raccolta di fiabe e leggende irlandesi. In giro c'è "Fiabe irlandesi" di William B. Yeats ed. Newton & Compton

3) "Concerto in O minore per arpa e nitroglicerina", un'avventura di Corto Maltese ambientata in Irlanda durante la lotta per la liberazione dall'occupazione inglese. Brevissima e bellissima.

E voi? Per voi cos'è assolutamente autunno? Testimoniate!

7 commenti:

  1. Ho letto "Qualcosa là fuori". Bello nonostante sia terribile: speriamo non sia profetico!

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  2. Sull'Irlanda (che mi è rimasta nel cuore avendoci lavorato anni fa) consiglio assolutissimamente la trilogia di Agnes Browne di Brendan O'Carroll e la serie di polizieschi di Tana French, che catturano molto bene lo spirito del Paese. Per me l'autunno sa ancora di ritorno a scuola ed è raro che non rilegga qualche brano di "Ascolta il mio cuore"; soprattutto la parte sulla Festa dei Morti, con l'immancabile racconto semi-horror (anche se nulla ache vedere con Halloween, si parla pur sempre della Sardegna dei primi anni Cinquanta).

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    1. I libri di Agnes Browne li ho letti, non conosco Tana French e la cerco di sicuro al prossimo giro in biblioteca! Grazie per la dritta!

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  3. Ammetto di non aver mai trovato l'autunno particolarmente affascinante, sarà perché non mi piace il marrone (cui lo associo dall'asilo a causa di tutti quei disegni di castagne che mi facevano fare). Però presentato così riacquista il suo fascino... sento un bisogno impellente di un tè caldo e di leggere un libro sotto la copertina di lana.

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  4. A proposito di Irlanda mi permetto di consigliare "La pentola dell'oro" di James Stephens, edito da Adelphi.
    Per chi poi fosse interessato a leggende e storie mitiche, sempre irlandesi, ci sarebbe "Dei e guerrieri" di Lady Augusta Gregory, edito da Studio Tesi (temo che sia ormai introvabile).
    P.S. Ti è arrivata la foto?

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    1. Foto arrivata! Grazie! Posso postarla su fb?
      Mi segno "La pentola d'oro"! :)

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