mercoledì 31 gennaio 2018

Cose che puoi metterci le mani sul fuoco succederanno in libreria #2 Una seconda infornata di momenti fast and furious nella vita di un libraio.

  Visto il successo del primo elenco di cose che prima o poi, potete metterci la mano sul fuoco, succederanno in libreria, ho deciso di fare una seconda infornata, anche se, mi sto rendendo conto, potrei farne dieci (e magari lo farò).

 Ho anche realizzato a cosa il mio inconscio si sia ispirato ossia non alla canzone di Jannacci, ma ad un'altra, meno conosciuta, degli Offlaga Disco Pax "Robespierre" che, se non conoscete, vi consiglio di ascoltare (se avete 10-15 anni più di me susciterà probabilmente in voi anche una serie di ricordi nostalgici).



 Bene, bando alle ciance! Legghino i signori legghino! E divertitevi!


Quando cercherete di fare un'esposizione di libri per bambini sul carnevale vi accorgerete che esistono pochissimi libri, segno funesto che ne presagisce la scomparsa.

Ogni venti esordienti che escono, uno è il novello Bukowski. Anche ogni 15.

Se non ti piace almeno uno scrittore di una nazione dalla quale traducono un libro ogni 10 anni, allora per i veri lettori non sei un vero lettore.

Molte persone cercheranno "Pinocchio" in inglese convinti sia la lingua originale.

Alcuni clienti verranno da voi chiedendovi di parlare con un "vero libraio" "uno d'altri tempi". E allora sarete indecisi se andare a cercare il collega con l'aspetto più vetusto per farli contenti.

A Natale i colleghi vi metteranno all'ingrasso portando chili di cioccolata. Il resto dell'anno nisba.

I colleghi anagraficamente più giovani verranno investiti del compito di capire chi sia, da dove venga e cosa presumibilmente faccia ogni nuovo youtuber di cui esca un libro. Le informazioni dovranno poi essere passate in forma breve ai colleghi più vecchi.

I clienti che cercano i famosi libri con la traduzione a fronte, ignorando il fatto che non è letterale e quindi no, non è detto che questo faciliti la loro lettura.

Un giorno vi capiterà di consigliare un libro di Fabio Volo. E non lo confesserete a nessuno.

Poche cose sono certe nella vita di un libraio e tra queste il libro di Vespa a Natale.

C'è sempre un collega e solo uno che è una farmacia ambulante a cui tutti attingono.

La pioggia concilia l'ingresso dei clienti in libreria.

Vi verrà annunciata dai clienti l'intenzione di prendere un libro. Non quello da esposizione però, quello corrispondente nell'inesistente magazzino.

Una volta tolto il cellophane, il libro perderà agli occhi dei clienti qualsiasi valore. Anche se a toglierlo sono stati loro stessi.

Alcune case editrici si divertiranno a far uscire intere saghe fantasy o di fantascienza. Peccato che i libri che le pongono non saranno mai in commercio contemporaneamente, che il settimo volume venga regolarmente ristampato, ma il quinto e il secondo no, mentre il primo esiste solo in un'edizione degli anni '70 reperibile su ebay nelle notti di luna piena.

"Eh ma i racconti non vendono..." "Eh, ma la poesia non vende..."

Vi verrà chiesto numerose volte di poter stampare un file. Per favore, vi prego, vi imploro, solo una volta e mai più.

Vi verrà chiesto numerose volte di prestare il caricabatterie del vostro cellulare (che in genere non avrete con voi, ma nessuno vi crederà). Per favore, vi prego, vi imploro, 30 secondi.

Il calcio occupa il 70% della sezione dello sport. Il 90% nelle librerie più piccole.

Quando nominerete la sezione "narrativa di viaggio" verrete guardati come se svelaste l'esistenza di un nuovo pianeta.

Vi domanderanno un libro "divertente che finisce bene, ma serio" e scoprirete che non ne esistono così tanti.

Quando vi chiederanno un consiglio per un giallo, alcuni clienti, dopo essersi appassionati, vi diranno "Guardi mi dica il finale, tanto non lo leggerò"

In prossimità delle elezioni la gente tenderà ad entrare in libreria con circospezione, come se attendesse l'arrivo del diluvio universale e non sapesse bene cosa fare.

Molti genitori non si arrenderanno all'idea che Harry Potter sia già un libro per ragazzi e non ne esista perciò una versione semplificata per ragazzi.

Alcune persone saranno indecise tra un libro di Fabio Volo e uno di Hemingway e verranno a chiedervi consiglio.

Una cliente, prima o poi, vi mostrerà il suo tatuaggio con una frase di Bisotti.

Nessun posto concilia il sogno come le poltrone della libreria.

Vi capiterà di spiegare ad un fiduciosissimo autore infinocchiato da qualche casa editrice a pagamento che non vedrà mai il suo libro sugli scaffali delle librerie non per colpa dei "malvagi librai di catena", ma perché la casa editrice a cui hanno affidato i loro sono non ha distribuzione. Ma sì, i loro soldi se li è presi comunque.

Qualsiasi bambino sotto i sei anni è di certo "più intelligente della media".
 Rimane un mistero dove finisca questa intelligenza sopra la media nei sei anni successivi.

Alcuni genitori vi chiederanno dei libri per i figli con le copertine rosa e azzurra a seconda del sesso. Anche se state parlando di Rodari o di Salgari o di qualunque altro libro.

 La sezione dei giovani adulti e quella della narrativa rosa, al netto dei libri didascalici sulle tragedie sociali, sono ormai la stessa cosa.

 In prossimità della giornata della memoria vi sarà chiaro che molta gente non sa che il diario di Anna Frank è reale e non fiction.

Alcuni genitori comprano Pippi Calzelunghe ai figli maschi anche se la protagonista è una femmina perché è un classico. Ma questa faccenda che la protagonista è una femmina continua a inquietarli.

 In prossimità di Sanremo verrà sempre almeno una persona a cercare la biografia di Amedeo Minghi.

Un libro che è sempre stato in mezzo alle scatole, sparirà prontamente nell'unico momento in cui dovresti venderlo.

Ogni scrittore altissimovendente che si rispetti scriverà prima o poi quel saggio di 25 pagine venduto a 15 euro minimo a copia.

Un'ora dopo la proclamazione del premio Nobel per la letteratura, masse di persone si muoveranno con falsa disinvoltura in libreria chiedendo uno dei libri del vincitore in questione.
 Poiché, a parte rari casi, qualcuno è già passato prima di loro a spazzolare la copia in catalogo o in Italia egli è pubblicato da case editrici locali di Gorizia distribuite solo in Friuli, e perciò non ne avrete, i clienti in questione faranno vive e copiose rimostranze per la nostra mancanza di tempismo.
 Se il comitato del Nobel potesse passare un pizzino col nome alle librerie di tutto il mondo circa una settimana prima, farebbe un gran favore.

 Tutti gli anni in cui il premio Strega è incerto, migliaia di fascette con scritto "Vincitore del premio Strega" finiscono al macero senza vedere mai la luce.

Almeno 10 volte l'anno deve capitarti l'adolescente idiota che si sente un gran fico venendoti a chiedere con insolenza il "Mein Kampf" (per poi abbandonarlo sul primo tavolo appena scopre che in effetti esiste in commercio).

Ogni volta che un nuovo scandalo travolgerà qualche autore, alcuni clienti vi tacceranno di connivenza perché osate averne i libri in catalogo. 

Alcuni colleghi monitoneranno con preoccupazione la salute di scrittori centenari col terrore che muoiano senza aver abbastanza libri in catalogo (sì, il cinismo dilaga).

La sezione di criminalità organizzata è troppo fornita o troppo poco fornita a seconda di chi la guarda.

Poiché la biografie di storia vengono pubblicate a seconda della moda imperante del momento, in molti momenti non troverete niente in commercio di Garibaldi, Kennedy, Carlo Magno o Elisabetta I.
 Sarà dura convincere il cliente  che voi non c'entrate.

Appena direte che un libro è fuori commercio, vi verrà chiesto di ordinarlo.

Dovrete convincere più di un genitore a comprare effettivamente il libro richiesto come regalo dal figlio e non uno di suo gusto (perché considera cretino quello chiesto dal figlio).

Tenere separate la sezione di scienze e quella di medicina alternativa viene ormai interpretato come un fatto politico e non come mera classificazione di base.

Se la sezione sulla massoneria dovesse risultare poco visibile verrete tacciati di voler "nascondere la verità".

Scoprirete che a fronte di uno sterminato catalogo di cd, dvd e libri, alcune persone non sapranno come spendere gigantesche e immeritate carte regalo perché "Queste cose non mi interessano".
 Grazie, puoi regalarmela. O regalarmi i tuoi amici.

Ogni anno un libro senza l'ombra logica di attrattiva alcuna diventerà un best seller.

Ogni anno un libro dato come sicuro best seller un libro che non venderà niente (solo in Italia, nel resto del mondo farà sfracelli).

Le case editrici che pubblicano i libri sul malvagio gender fanno copertine piene di arcobaleni per ingannare ingenui lettori. Quelli meno ingenui poi li renderanno molto inalberati.

Alcune persone, solitamente anziane, ancora si ostinano a comprare i libri per l'ECDL.

Ogni anno ci sarà almeno un libro la cui fascetta reciterà che 35 editori se ne sono litigati i diritti alla fiera di Francoforte.

L'ordine alfabetico certe volte sarà un'opinione e mai condivisa.

Senza codice ISBN sarà praticamente impossibile identificare quale libro per studiare una qualsiasi lingua il cliente stia cercando, se il Cambridge advanced study book A/1 o il Cambridge advanced study book A/2 int 3/4 con chiavi allegate o senza chiavi allegate o con inserto digitale o con codice per accesso al sito, con sale o senza sale, caramellato o flambè.

I libri in cui gli chef millantano di insegnarti le basi della cucina facilifacili sono in realtà difficilissimi.

A San Valentino, nonostante tutte le esposizioni cariche d'amore, scoprirete che i libri non sono un regalo diffuso.






lunedì 29 gennaio 2018

Le incredibili avventure al di là del mare! Grandi esploratori del passato tra problemi astronomici, effemeridi, mare di gelatina, calcoli sbagliati e isole scoperte e perdute.

All'ultimo anno delle elementari, ricordo che l'antologia scolastica aveva una serie di exempla.
 O meglio, erano i pezzi di alcune autobiografie di grandi uomini e donne del passato, principalmente racconti di quando erano bambini.

 Mi rimase impresso un pezzo di Conrad Lorenz, uno di un tizio che poi credo andò a fare il medico in Africa ed era coinvolto in una qualche rissa tra ragazzi (la cosa che ricordo di più è che uno di loro si chiamava Gavin, un nome che credevo esistesse solo in Sardegna) e quello di Amundsen, l'esploratore norvegese.

 Da bambino il buon Amundsen aveva già deciso che sarebbe diventato un esploratore dei ghiacci, quindi, sfidando il buonsenso e la polmonite, per abituarsi alle temperature polari, dormiva tutte le notti con la finestra aperta.

 Tentai anche io qualche notte, pensavo che in fondo, rendersi resistenti al gelo esterno, prima o poi potesse tornare utile.
 Desistetti quasi subito e pensai che non sarei mai diventata un'esploratrice polare e, del resto, forse non mi interessava neanche.

 Tuttavia l'altra sera, dopo una serata passata al planetario ad ascoltare una conferenza sugli antichi metodi di esplorazione, mi è venuta l'idea per questo post sui grandi esploratori del passato, un'esperienza che, a scanso di lanci spaziali, è ormai preclusa al nostro tempo.

 Sappiamo già tutto, abbiamo visto già tutto. Che poi ne facciamo un pessimo uso, questa è un'altra storia.

 Questa è la prima parte, dedicata agli esploratori per mare, nella prossima i temibilissimi esploratori dei ghiacci!


PITEA E ANNONE OLTRE LE COLONNE D'ERCOLE:

 Più conosco parti sconosciute dell'età classica, più mi rendo conto che i greci erano in grado di dare una pista a tutti noi, anzi, sui loro pro-pro-pronipoti medievali regnavano completamente.

 Ben prima che Cristoforo Colombo compisse l'insano gesto dell'attraversamento delle colonne d'Ercole furono loro a spingersi oltre l'allora confine del mondo: Annone  verso sud, fino al golfo di Guineae Pitea verso nord, forse addirittura fino all'Islanda.

 Annone fu un navigatore cartaginese del V° sec. a.C. che con una flotta circumnavigò parte della costa africana.

 Partì da Cartagine con migliaia di coloni con l'intento di fondare nuove città nelle coste da lui esplorate e, in effetti, disseminò le 30.000 persone con sè, lungo le coste dell'Africa settentrionale, principalmente lungo le coste oceaniche del Marocco.

 Uscito dalle colonne d'Ercole, fece varie tappe fondando alcuni insediamenti ed entrando in contatto con nuove popolazioni, tra cui i lixiti e quelli che chiamava "etiopi", proseguì verso sud e, dopo un po', si accorse che il sole brillava a nord, cosa che spinse molti suoi contemporanei, ignari come lui dell'inclinazione dell'asse terrestre, a dubitare della sua storia (paradossalmente è ciò che invece spinge noi a considerarla vera).

 Nel suo periplo (splendida parola greca che indica una circumnavigazione e per mutuazione anche il racconto) racconta molte avventure, dall'eruzione di un vulcano, alle spaventose popolazioni che suonavano tamburi e accendevano fuochi.

 Risalì parte della foce del fiume Senegal e uccise tre donne di una popolazione assai pelosa che chiamò gorilla, riportandone poi la pelle (ignoto se fossero effettivamente scimmie o semplicemente una popolazione che usava portare i capelli lunghi).

 Infine giunse in un luogo dove la spettacolare eruzione in corso di un vulcano che riversava in mano laghi di fuoco, doveva averlo convinto di essere giunto letteralmente in capo al mondo.
 Tra quello e la fine delle vettovaglie, venne il momento di tornare indietro.

 Pitea fu invece un navigatore greco vissuto tra il 380 e il 310 a. C. che partì verso il nord Europa con una spedizione che fece ritorno e della quale scrisse un periplo andato però perduto.

 Proprio come il sole a nord di Annone, anche lui notò due particolari che sconvolsero i suoi contemporanei e li spinsero a dubitare delle sue storie: il sole a mezzanotte e il mare di gelatina.

 Pitea probabilmente circumnavigò Portogallo e Spagna e giunse sulle coste della Gran Bretagna che lui soprannominò isole Pritanniche (ebbene sì, state leggendo bene).

 Si spinse poi ancor più su in scandinavia e si dice abbia raggiunto l'Islanda. 

 Ora, pare sia improbabile, ma di certo deve essersi spinto parecchio su visto che vide il succitato mare di gelatina, ossia il mare in parte ghiacciato e il fenomeno del sole a mezzanotte, affermando di essere stato in un posto dove la notte durava solo poche ore.

 Isole FarOer? Coste della Norvegia? Chissà. Fu però sempre lui a coniare il leggendario nome Thule che da allora evoca l'idea di una meravigliosa terra ai confini del mondo.

 Non si sa a quale nordico paese si riferisse, ma già all'epoca aveva acceso idee di viaggi fantameravigliosi come nel romanzo di Antonio Diogene "Le incredibili meraviglie al di là di Thule".

 Incredibile a pensarlo, comunque, non fu il primo ad arrivare fin lassù. 
 Lo aveva preceduto un altro cartaginese: Imilcone, che per primo, si ritiene giunse nelle isole britanniche dal mediterraneo.
 Anche lui scrisse un Periplo di cui non rimangono che frammenti.
 Purtroppo non esistono molti libri sugli antichi navigatori. 

 Se siete curiosi esistono:
"De rebus nauticis. L'arte della navigazione nel mondo antico" di Stefano Medas ed. L'erma di Bretschneider.
 "Quando i romani andavano in America" di Elio Cadelo, Palombi editore, e "Le incredibili avventure al di là di Thule" di Antonio Diogene ed. La vita felice.


ALVARO DE MENDANA DE NEIRA E LE ISOLE SCOPERTE E PERDUTE:

 Di tante scoperte forse le Isole Salomone, chiamate così perché si sperava di aver trovato la mitica isola dove il biblico re Salomone aveva nascosto le sue enormi ricchezze, forse non meriterebbero particolar gloria.

 Tuttavia questo gruppo di isole a nord dell'Oceania è caratterizzato da una particolarità: fu scoperto due volte.

  La prima a metà del 1500 dal giovane esploratore spagnolo Alvaro de Mendana de Neira che nel 1568 trovò l'isola che ribattezzò San Isabel. 
 Una volta tornato in patria, ebbe denaro e navi per una nuova spedizione, ma di ritorno trovò un altro gruppo di isole che chiamarono Marchesi, ma non più quelle salomoniche che vennero "riscoperte" solo nel 1767 da Philip Carteret.

 Dov'erano finite?

 Nel bel saggio "Il viaggio del sestante"  di David Barrie si racconta come per millenni i navigatori abbiano faticato a ritrovare la rotta a causa di un infausto problema che venne risolto solo nel 1700: il problema della longitudine.

 Il problema della longitudine stava tutto nel fatto che, in un mondo privo di orologi, era impossibile da determinarla con la precisione necessaria a tracciare delle coordinate certe.

  Per secoli si era cercato un sistema per riuscire a determinare con ragionevole precisione l'ora esatta a seconda della posizione degli astri. 

 Galileo aveva proposto di affidarsi a Giove, ma pur essendo una soluzione valida,  richiedeva strumenti di precisione e calcoli matematici difficili da avere e ottenere su una nave da un semplice ammiraglio, mentre la luna iniziò a sembrare più semplice e convincente.

 La svolta si ebbe quando, nel 1707 una flotta inglese perse letteralmente la trebisonda e, sbagliando calcoli, si schiantò sulle isole Scilly.

 Il governo decise che era giunto il momento di risolvere la questione ed emise un bando che portò alla compilazione delle effemeridi lunari (le effemeridi sono delle tabelle sulle variazioni dei valori astronomici, es. "Il sole oggi sorge a tale ora e tramonta a tale ora" è un'effemeridi) e all'invenzione degli orologi portatili di precisione di John Harrison.

 In prima battuta vinsero le effemeridi, ma dopo che l'esploratore James Cook l'ebbe usato con successo nei suoi viaggi, fu l'orologio a trionfare.


GLI AMMUTINATI DEL BOUNTY:

 Il leggendario ammutinamento del Bounty lo conoscono tutti, ma in pochi sanno che cosa accadde davvero.

 Sostanzialmente nel 1787 una spedizione della Marina inglese partì alla volta di Tahiti con intenti naturalistici: dovevano riportare in patria alcuni esemplari di albero del pane.

 Tuttavia, una serie di sfortunati eventi, impedirono di doppiare capo Horn e costrinsero il capitano della spedizione, Bligh, a prendere la rotta più lunga, giungendo ad Haiti in ritardo rispetto alla maturazione dei famosi alberi. 

 Mentre attendevano si ritornasse la stagione giusta,  i marinai passarono cinque splendidi mesi tra palme, fanciulle locali e altre meraviglie, così, quando venne il momento di partire, non furono per niente entusiasti.

 Dopo la ripartenza, capeggiati dal marinaio Christian Fletcher, sedici di loro si ammutinarono, costrinsero alcuni dei non ammutinati a rimanere con loro per le loro competenze tecniche e misero il capitano Bligh coi suoi fedeli su una scialuppa lasciandogli un sestante e un po' di viveri per ritrovare la via del ritorno.

 La storia degli ammutinati, molto romanzescamente raccontata successivamente da molti, tra i quali Jules Verne, in realtà finì maluccio: un'isola australiana, Norfolk, è ancora abitata da loro discendenti, ma all'epoca il loro sogno di un paradiso terrestre si trasformò in un incubo fatto di tahitiani uccisi e donne rapite.
 Peraltro, alcuni di loro furono poi stati catturati e impiccati in patria per ammutinamento.

 Bligh invece compì un'impresa ancor oggi insuperata: in appena 47 giorni percorse 6000 km in mare aperto, partendo dall'isoletta di Tofua e giungendo a Timor, perdendo un solo uomo, ucciso da una popolazione di cannibali in un'isola dove avevano attraccato per far rifornimento.

 Il povero Bligh ebbe una lunga carriera successivamente costellata da una serie di successi navali e ammutinamenti: uno per nave e uno per terra, quando divenne nuovo governatore del Galles del sud e si ritrovò ad affrontare alcuni traffici illeciti di potenti uomini locali.

 Se riuscite a trovarlo da qualche parte all'usato, sappiate che esiste il diario di bordo di Bligh che racchiude gli eventi dal 1787 al 1790, "Gli ammutinati del Bounty", altrimenti potete dedicarvi al libro omonimo di Verne.


CRISTOFORO COLOMBO E L'ERRORE DELL'AMERICA:

 Va davvero citato l'esploratore più famoso della storia in un post di curiosità geografico-esplorativo-astronomiche?

 Sì, perché in realtà, non tutti sanno che l'esploratore di cui Italia-Spagna e Portogallo si litigano i natali (ma ricordo che persino il cartone animato giapponese a lui dedicato "Cristoforo Colombo l'uomo del nuovo mondo, Cristoforo Colombo siamo tutti con te!" sosteneva fosse genovese), in realtà riuscì a farsi finanziare il viaggio e ad arrivare in America per puro errore.

 Tutti sappiamo che Colombo voleva arrivare dall'Europa alle Indie aprendo una via verso occidente, e sappiamo anche che, imbattendosi nelle Americhe egli credeva effettivamente di essere giunto nelle Indie.

 Non tutti sanno però che questa sua convinzione derivava da un errore di calcolo astronomico: egli infatti credeva, da calcoli errati (e all'epoca grazie allo scienziato greco Eratostene che calcolò quasi perfettamente le dimensioni della sfera terrestre, molti già sapevano fossero errati) sulle effettive dimensioni dell'Europa e del globo terrestre.

 Sostanzialmente, ci stava che nessuno sapesse di un continente in mezzo all'Europa e all'Asia navigando da occidente, ma un buon esploratore, esperto di calcoli astronomici, proprio per questo non si sarebbe mai messo in viaggio in quella direzione perché avrebbe saputo che si trattava di una distanza troppo grande perché una nave riuscisse a farcela senza fare scalo da qualche parte.

 Colombo pensava che la distanza tra Giappone ed Europa fosse molto minore di quella che in effetti era e quindi contava che una nave, dopo aver fatto scalo alle isole Azzorre, riuscisse a reggere i giorni di navigazione. 

 Gli disse molto bene che a metà strada ci fosse un nuovo continente, altrimenti o sarebbe perito di stenti in mezzo al mare o, probabilmente, avrebbe fatto la fine di Bligh e i suoi uomini avrebbero finito per ammutinarsi e tornare indietro.

 Un'altra grande fortuna di Colombo che non era un grande esperto di calcoli, ma di metodi di navigazione sì, furono gli alisei costanti che, durante il viaggio di andata, gli consentirono una veloce e tranquillissima traversata (cosa che non fu al ritorno quando incappò in un uragano devastante).

 Se siete curiosi di saperne di più sappiate che il diario di bordo di Cristoforo Colombo ci è pervenuto nella redazione fatta dal missionario Bartolomeo de Las Casas.

 Fine della prima parte! La seconda andremo per freddissimi ghiacci!



sabato 27 gennaio 2018

"Il diario di Anna Frank collection", una serie di vignette realmente avvenute per capire quanto l'umanità abbia la memoria di un criceto.

 In extremis, in questa giornata della memoria 2018, riesco a pubblicare il primo dei due post che volevo scrivere. 

 Il secondo sarà sulla guerra civile spagnola, ma questo primo è tutto dedicato agli strafalcioni su "Il diario di Anna Frank" che, immagino, in prima battuta vi faranno ridere e poi vi raggeleranno.

 Prima dell'avvento dei social so che molti di noi, tra cui io, immaginavano una società assai migliore. 

 Il fatto che l'Istat si stracciasse le vesti giurandoci di credere all'altissimo tasso di analfabetismo che veniva fuori dalle sue indagini, ci lasciava perplessi. 

 Adesso sappiamo tutti che l'uso dell'h è sconosciuto ai più, che la comprensione del testo breve un'impresa titanica per molti e non parliamo di come stanno messe materie quali la storia e le scienze in generale.

 Perciò se fino a qualche anno fa credevo che la giornata della memoria fosse anche troppo per ricordare una cosa che mi sembrava impossibile dimenticare, come lo sterminio degli ebrei (e di altre minoranze tra cui gli omosessuali), adesso so con orrore che qua, se non si facesse almeno questa giornata, tempo 10 anni, l'umanità e la sua memoria da criceto sarebbero in grado di dire "Hitler chi? Il regista tedesco?".

 Basta pensare a tutto questo gallinare inconsulto "Eh, ma Mussolini ha fatto anche cose buone".

 Io ormai rispondo a questi fasci così attaccati alla bonifica delle pianure pontine (molti, immagino, non sapranno neanche che stiamo parlando di Latina), che è come dire "Era un bravissimo padrone di casa, certo ha sterminato gli inquilini, ma prima aveva ristrutturato".

 Per capire quanto, nonostante tutti gli sforzi profusi, la memoria sia labile, ecco una collezione di vignette tutte realmente accadute (una era già stata precedentemente fumettata) che vede protagonista il Diario di Anna Frank.

Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Il diario di Anna Frank collection"!





venerdì 26 gennaio 2018

Ci si vede alla Libreria Antigone alle 18:30 per la presentazione di "Quanti dolori, giovane libraia!"!

 Ne approfitto per dare segni di vita anche qui se non mi seguite sui social.
 Oggi pomeriggio (26 gennaio) c'è la prima presentazione del libro di fumetti "Quanti dolori, giovane libraia!" alla libreria Antigone, in via Kramer (zona Porta Venezia) a Milano!

 Ci si vede lì alle 18:30!

 (Sì ricomincerò a postare, giuro).


domenica 21 gennaio 2018

Piccole recensioni tra amici! "Scandaloso omicidio a Istanbul", un gorgeous giallo turco e di "The end of the fucking world" una graphic veloce, crudele e spaventosa.

 Dopo un tempo indecentemente lungo, finalmente ecco un paio di nuove recensioni.
 Il fatto è che ultimamente sto leggendo molto, ma principalmente saggi per il progetto supersecreto che, se tutto va bene, svelerò quanto prima (se tutto va bene e se mi do una mossa che sono fuori allenamento dalla combo studio-lavoro).
 Eccovi quindi un paio di recensioni! Domani comunque, fumetti permettendo, dovrei finalmente riuscire  ad azzannare in treno "Straniero in terra straniera"!

Let's go!



SCANDALOSO OMICIDIO A ISTANBUL di Mehmet Murat Somer ed. Sellerio:

 Quest'estate avevo trovato in biblioteca il secondo libro di questa serie dello scrittore turco Mehmet Murat Somer, "Gli assassini del profeta", un Bompiani di cui non è rimasta traccia da nessuna parte dopo quell'unica edizione.

 E' un vero peccato che nessuna casa editrice si decida a comprare i diritti dei restanti libri perché è davvero difficile trovare in giro dei gialli con un così alto tasso di assolutamente delirante e folle originalità.

 Finalmente sono riuscita a leggere il primo "Scandaloso omicidio a Istanbul", questo ancora in commercio ed edito da Sellerio.

  Un libro, se possibile, ancora più folle dell'altro, anche se l'altro aveva una trama gialla sviluppata in modo indubbiamente migliore.

 Tuttavia bisogna aver chiaro che non è per la trama che si leggono questi libri, ma per l'assoluta follia delle descrizioni e ambientazioni e soprattutto per lei, la debordante, luminosa, intelligente, incredibile protagonista.

 Non si pronuncia mai il nome di quest* hacker (ma non siamo ai livelli di fantascienza di Lisbeth Salander, è un hacker molto molto meno bravo) e gestore/trice di un famoso locale notturno lgbt dove passa mezza Istanbul nonostante i grandi proclami morali fatti di giorno.

Per la cronaca io immagino il/la protagonista come
Sutan Amrull aka Raja Gemini, vincitore della terza edizione
di RuPaul's Drag Race
 Bellissimo da uomo e bellissima da donna, ha come modello Audrey Hepburn e non si scompone mai in nessuna occasione, fosse un folle inseguimento stradale, un tentativo di rapimento o un serial killer in azione.

 All'occorrenza mena come un fabbro e si stende protettiva sulle ragazze del suo locale, una serie di assurdi personaggi che cercano tutti a modo loro di essere felici.

 In "Scandaloso omicidio a Istanbul" tutto parte dall'omicidio di una di loro, Buse, che viene assassinata, probabilmente, per aver confessato la lunga relazione avuta con un uomo potente.
 Può questo crimine rimanere impunito anche a costo di ficcarsi in un guaio di proporzioni gigagalattiche?

 Scintillante, esagerato, opulento, queer, manda glitter solo a leggerlo.

 Uno di quei libri che si legge per il piacere della scrittura e non per scoprire un colpevole, la cui esistenza, vi accorgerete ad un certo punto, diventa tutto sommato secondaria.
 In sostanza: se cercate un giallo-giallo non fa per voi, ma se cercate un bel libro molto gorgeous assolutamente sì gioie belle!


THE END OF THE FUCKING WORLD di Charles Forsman 001 edizioni:

 Ne parlano TUTTI.

  O meglio, tutti parlano della serie tv che sta andando in onda (si dice in onda anche se è su pc? Boh) su Netflix. Io non la vedrò proprio perché ho letto il fumetto e so che è tipo una mazzata sulla collottola mentre tu te ne stai pacifico a camminare per strada per i fatti tuoi.

 Poiché è edito dalla mia stessa casa editrice(la gloriosa 001 edizioni) lo avevo letto in anteprima alla fiera di Treviso, quando ho passato una giornata nel gelo assoluto con la sola compagnia di un giovane standista che ogni tot andava a proporre la sua aspirante graphic sulla guerra di trincea tra veneto e friuli durante la prima guerra mondiale.

 Il libro si legge in pochissimo, scorre con una velocità quasi inopportuna che amplifica la follia e la crudeltà della storia.

 I protagonisti sono due adolescenti, lui, completamente sociopatico e con un velo di crudeltà che riversa su animali innocenti e anche su sé stesso (ha una mano con delle dita amputate dopo averla infilata, senza motivo, nel tritarifiuti, cosa che, se ho visto bene dai trailer non c'è nella serie), lei è una di quelle carine e un po' fuori che, per motivi inspiegabili se non uno sprezzo del pericolo misto a mancanza di spirito di conservazione, si innamora abbastanza follemente di lui.

 I due iniziano un viaggio on the road nel quale succedono cose a caso
 Non è mancanza di trama, ma una volontà precisa dell'autore: succedono cose a caso perché i due non hanno nessun piano e non vogliono averlo. Non hanno un'idea del pericolo, non hanno un'idea precisa della parola, sembra che vaghino privi di qualsiasi codice morale, privi di una reale idea di futuro.

 Tutto esiste solo nel momento in cui accade.

 Non c'è un senso della premeditazione prima, non c'è un senso delle conseguenze dopo.

 La scusa, da un certo punto di vista, è la solita: gli adulti fanno schifo, fuck agli adulti.
 Il sistema ti fotte, fotti il sistema.

 L'ho sempre trovata una stupidaggine perché il sistema non si lascia certo fottere da te, sei solo te che soccombi.
 Il sistema va colpito lì dove è debole e con ampia premeditazione, altrimenti diventi solo carne da macello, ma capisco che a 16 anni non è che questa cosa sia chiarissima (per la maggior parte delle persone non lo è neanche a 50).

 Infatti è quel che succede ai due giovanissimi amanti in fuga che alcune recensioni hanno paragonato a Thelma e Louise, con la differenza che Thelma e Louise partivano perché sapevano di non poter più tornare.
 Come diceva la poesia avevano bruciato le navi alle loro spalle.
 I due ragazzini le bruciano non subito, ma ad un certo punto, con quel misto di noncuranza e reale consapevolezza delle proprie azioni.

 Ricordano un po' i ragazzini che compiono atti terribili e, dopo l'interrogatorio di polizia o carabinieri, chiedono "Ok, ho fatto, posso andare a casa?" dimostrando uno scollamento totale dalla realtà, una mancanza totale di empatia, un'incapacità di leggere e sentire il mondo che li circonda.

 Gli adulti non sono meglio di loro, ma non riesco a sposare la concezione che "hai fatto schifo prima di me, quindi farò schifo dopo di te e allora stiamo pari".

 Bisogna sopravvivere alla propria adolescenza nonostante qualcuno ti ficchi la testa a forza sott'acqua a tutti i costi.
  Ma certo, se parti col presupposto di non volerlo fare, allora è tutta un'altra storia, quella raccontata, benissimo, in questo chirurgico fumetto dal tratto scarno, veloce, senza sfondi.
 Il mondo non esiste quando non sai vederlo.

giovedì 18 gennaio 2018

Cose che puoi metterci le mani sul fuoco succederanno in libreria. Un piccolo elenco di follie, richieste, momenti e clienti che ciclicamente si manifestano.

 Tre anni fa, scrissi un post parafrasando la canzone di Jannacci "Quelli che..." e un paio di settimane fa (forse anche prima, per me tutto quello che c'è da fine novembre alla befana è tutto un indistinto deserto in cui non riesco a distinguere quando ho fatto cosa) ho avuto l'idea per un altro post sul genere.

 Lo spunto me l'ha dato l'alpino che si è presentato chiedendo "Centomila gavette di ghiaccio", una scena che si ripete ogni volta che si manifesta un raduno degli alpini nell'arco di 100.000 km.


 Ho pensato a tutte le scene che si ripetono ciclicamente e immancabilmente in libreria e che la rendono il luogo folle, unico e amato che è.

 Questo un primo breve elenco, domani poi giuro nuove recensioni!


Il 27 dicembre verranno resi un decimo dei libri regalati a Natale.

Quando qualcuno chiede un consiglio su un libro da regalare, alla domanda "Che gusti ha questa persona?", verrà quasi sempre risposto uno sconcertato, "Ah, e che ne so?"

La sezione dei ragazzi la domenica verserà in uno stato di caos tale da non poter giustificare tutto con "La vivacità dei bambini". Soprattutto perché i bambini agli scaffali oltre il metro e mezzo d'altezza, in genere, non ci arrivano.

Un libro che hai tenuto per due anni senza vendere mai, ti verrà chiesto il giorno dopo che hai deciso di renderlo.

Chi lavora in una libreria di catena farà molta fatica a spiegare che no, se il libro è disponibile sul sito non vuol dire che è disponibile in TUTTI i negozi della catena. Non ci troviamo nella biblioteca di Borges.

La destra diventerà sinistra, il sotto, sopra, verranno aggiunti piani mai visti, si cercheranno scale mai esistite e dopo una settimana di lavoro rivaluterai il mestiere dei vigili urbani.

 Dopo il raduno degli alpini (uno dei vari, innumerevoli) è matematico che una ventina di essi si recheranno nella libreria più vicina per accertarsi che "Centomila gavette di ghiaccio" sia ancora in vendita e si congratuleranno coi librai quando le loro speranze verranno esaudite.

Dopo l'ennesima messa in onda di Harry Potter verranno in libreria orde di persone alla ricerca dei libri (e dei dvd se la libreria vende anche audiovisivo). E il libraio di turno si chiederà sempre come sia possibile che esista ancora qualcuno che non possiede la serie.

Tutti i giorni compresi tra il primo dicembre e la befana sembrano il giorno della marmotta.

Quando si avvicinerà la fine di una qualsiasi vacanza, genitori nel panico verranno a cercare un elenco di venti libri e si mostreranno vivamente stupiti nell'apprendere che tutte le librerie cittadine hanno esaurito i titoli avendoli già venduti a genitori più accorti di loro.

 Per motivi economicamente inspiegabili, svariate case editrici che campano di alunni in vacanza che devono fare i compiti, durante le vacanze chiudono baracche, burattini e magazzini e ti impediscono di riordinare i loro titoli finché i suddetti alunni non sono tornati a scuola.

 Per motivi altrettanto economicamente inspiegabili, le case editrici di guide turistiche, in modo completamente arbitrario, mandano fuori commercio per un periodo di circa 6-7 mesi (o superiore) le guide per preparare la nuova edizione.
 Attualmente la gente non può andare nelle Filippine o in Israele e manco in Nepal, ma c'è stata un'estate in cui anche la Cina e Cuba erano precluse.

 Alla morte di qualsiasi personaggio famoso, dallo chef stellato al cantante, fino al romanziere anglo-iraniano famoso all'epoca di Soraya, stai pur certo che gente mai entrata in libreria verrà a cercare un libro che lo riguarda o che hanno scritto.
 Bello, giusto e commovente.
 Meno bella, giusta e commovente l'indignazione successiva quando si scopre che non esiste niente di pubblicato o è tutto fuori commercio.
 "Ma volete organizzarvi?", dicono indignati. Poi aggiungono che andranno su Amazon, così, random.

Alcuni genitori alla ricerca dei libri da leggere per le vacanze per i figli, pronunceranno i titoli come se non ne avessero mai sentito parlare in vita loro, tipo "I promessi sposi".

 Circa due ore dopo qualsiasi evento drammatico o traumatico (attacchi terroristici in primis) o sconcertante, la gente si riverserà in libreria alla ricerca di un testo che spieghi loro la situazione e gli dia sicurezza.
 E' uno dei momenti più commoventi: quando ti rendi conto che non tutti si informano su altercaxxata.com ma cercano ancora rifugio in qualche fonte scritta vagamente autorevole.
 Tuttavia è impossibile trovare in libreria un saggio che ti spieghi le motivazioni e la descrizione di un attacco terroristico avvenuto due ore prima.
 E' un libro, non un comunicato dell'Ansa.
 Encomio solenne all'indimenticato tizio che riuscì a scrivere il libello sulle dimissioni di Papa Benedetto in due giorni e che giunse in libreria esattamente due settimane dopo lo sconvolgente annuncio.

A San Valentino ti chiederanno di individuare il libro perfetto per un regalo a seconda dello status della relazione in corso: sposati da anni, inizio di una frequentazione, solo sesso, non riesco a capire se voglio farla diventare una cosa seria, sono pazzamente innamorato e non voglio spaventarlo ecc ecc.


Il momento in cui ti toccherà annuire a una cliente con gli occhi a cuore che ti descrive quanto sia bello mr Grey.

I ragazzini incredibilmente più educati dei genitori e degli adulti in generale.

Dopo averti fatto perdere tempo a chiamare settanta distributori diversi, a controllare l'edizione, la lingua, il numero di illustrazioni, la data d'uscita, la traduzione a opera di, la cura a opera di, il cliente, soddisfatto ti annuncia che "Tutto bello, ma lo compro su Amazon che risparmio".
 Ecco, se lo compri su Amazon allora non venire a sfruttare la mia competenza in libreria che non è gratis o almeno, abbi la decenza di stare zitto e non annunciarlo tronfio come un tacchino che non sei simpatico (e non essendo manco cliente non hai ragione).

 A Natale dovrai scoprire cosa si regala a un medico di base a cui fare un regalo costoso che sembri molto costoso.

 Quando alcune persone fanno domande circospette sulla presenza o meno di un libro, tentando di vagliarne i motivi per cui lo teniamo e come li sistemiamo, se sono ordinabili (ma no, non voglio ordinarlo) e via discorrendo, per quanto essi credano di essere più astuti di Mata Hari, il libraio sa che si trova davanti o all'autore o a un cliente complottaro o ad un autore complottaro (che se scrive anche su una qualche testata nazionale avrà piacere di paragonarsi a Brecht dicendo che le sue opere sono indegnamente censurate dai malvagi librai, quando invece, forse, erano solo state vendute tutte le copie).

 L'esistenza di interi settori, purtroppo poco di moda, come il fantasy e la fantascienza che per riempire cinque scaffali devi andare alla fiera della piccola-media-misconosciuta-editoria. Una cosa bellissima da una parte, una roba indegna da un'altra (indegno che siano settori ignorati dalle major).

Dover spiegare la differenza tra e-book, e-reader e audiolibro.

 Chi cerca libri evidentemente di esoterismo, se la prenderà a morte trovandoli in esoterismo.

 Ogni anno deve uscire per forza uno sconvolgente libro rivelazione sulla casta, uno sconvolgente libro rivelazione sui musulmani kattivi, uno sconvolgente libro rivelazione su qualche tipo di complotto (che poi all'80% l'anno dopo è stato debunkato), uno sconvolgente libro di Fabio Volo o Alessandro D'avenia, uno sconvolgente libro di Fusaro (che in verità è già abbastanza sconvolgente venga pubblicato), uno sconvolgente libro che cambierà la tua vita attraverso una dieta, uno sconvolgente stile di vita nordico o giapponese (mai africano o sudamericano o canadese), uno sconvolgente libro su un nuovo modo per rilassarsi.

L'immancabile e indomito cliente che ancora compra il libro di D'Alema il giorno esatto della sua uscita.

 Lo studente che deve fare la tesina o la tesi e spera che tu gli stenda una bibliografia ragionata alla quale attingere e non il contrario.

 Il momento in cui una casa editrice imbrocca un titolo che vende uno sproposito e comincia a produrre tutti libri fotocopia che prontamente ti rimangono sul groppone e rendi in blocco due mesi dopo. Per la cronaca, i libri pesano.

La pazienza del dover spiegare ai clienti che il libro recensito dall'intellettuale x sul giornale del giorno è fuori commercio da vent'anni e no, non sai proprio perché allora abbia deciso di consigliarlo.

Una volta un collega di un altro negozio mi ha chiamato perché un cliente voleva sapere il titolo di un libro azzurro in basso a destra nella sezione di cucina visto due mesi prima. Vi capiterà.

Il momento in cui tutti i settori si rimpallano un libro che non si capisce di cosa parli e perché, essendo un saggio, ma anche un romanzo, ma anche un reportage di viaggio su cucina, sport, amore e psicanalisi.

Il momento in cui per motivi inspiegabili le case editrici pubblicano un SAGGIO ma scrivono in copertina, sotto il titolo, ROMANZO. E allora non ha senso in nessuno dei due settori.

Quando devi capire che un libro è a tematica lgbt perché nel titolo mettono parole come "diversi" "uguali" o "speciali".

Il momento in cui un best-seller che vende regolarmente va fuori commercio per X anni senza apparente motivo e pensi a tutte le vendite perse.

Quando devi sedare un catfight tra clienti che si sorpassano in coda in cassa.

Quando qualcuno fa tutta la fila in cassa, poi ti dà la carta fedeltà di un'altra catena e per convincerti ad accettarla dice "Guardi, sono certa che c'è stata una fusione tra le due aziende qualche mese fa".

Il tragico momento in cui inizia ad andare di moda un komplottoh nuovo, qualche casa editrice komplottarah fiuta il guadagno e pubblica un paio di libri sul tema creando così una bibliografia su un tema che manco esiste.

 La gente che pensa che in libreria si entri a lavorare per concorso pubblico.

 Il momento in cui devi spiegare che la libreria e la biblioteca non sono la stessa cosa.

Il cliente che chiederà se hai i libri dell'autore "Marpilio Capazzoni" e davanti alla tua richiesta "Cosa ha scritto?" inizierà a gallinare indignato "Stai scherzando??? E' il più grande gallinologo faraone vivente!" e si lamenterà per mezz'ora di cotanta ignoranza.

Il momento in cui qualcuno, su qualsiasi dei social di questo blog, capitandoci per la prima volta, comincerà a indignarsi perché "prendi in giro chi cerca solo di migliorarsi".

 Quelli che sembrano incapaci di parlare in italiano e cercano libri sul wedding, il dogging, il display, i coffee table books, il make-up, il cooking, lo styling...

Le ore perse a spiegare a genitori e nonni solertissimi che i fumetti con linguaggio scurrile, violenza e sesso possono tranquillamente essere esposti nella sezione fumetti perché NON è la sezione dei bambini (perse inutilmente).

TO BE CONTINUED





domenica 14 gennaio 2018

Compagno di scuola, compagno di niente, ti sei salvato o lavori in banca pure tu? Una recensione della prima parte di "Macerie prime" di Zerocalcare.

 Un tempo Venditti faceva delle belle canzoni.


Mio padre, quando passavamo quelle interminabili settimane di vacanza in Sardegna (ora pagherei oro per avercele, ma all'epoca le detestavo), aveva una decina di cassette che ci fece ascoltare a ruota per anni. 

 C'era Pino Daniele, una cassetta di cover by Anna Oxa e un paio di cassette dei vecchi successi di Venditti che, per motivi tuttora ignoti, nel mio immaginario aveva la faccia di Funari.

 Erano, grazie al cielo, le canzoni pre-livinciugadà o oscuramente craxiane come "In questo mondo di ladri" delle quali, da bambina capivo poco e niente e comunque la musica mi faceva orrore.
 Ce n'erano alcune per le quali provavo un misto di piacere angoscia, prime su tutte "Buona domenica" e "Compagno di scuola".

 La prima è un assoluto capolavoro, una canzone in grado di concentrare in pochi minuti quel malessere esistenziale che caratterizza quella che a scuola era l'unica giornata di festa e, per motivi che parevano inspiegabili, sembrava un incubo fatto di messa, ansia, compiti e vuoto esistenziale.

La seconda, visto che andavo ancora a scuola, non mi era ben chiaro cosa avesse d'angosciante, ma già all'epoca avevo la sensazione mi sfuggisse qualcosa di fondamentale e che infatti ho capito solo vent'anni dopo.

 Il compagno di scuola, compagno di niente, gente che dovevi frequentare per forza per un numero considerevole di ore prima che sparisse per sempre, inghiottito dalle tenebre, dopo l'esame di maturità (io la maggior parte non le ho più riviste dopo la terza prova) senza nessun tipo di trauma affettivo, chi era davvero?

 Merita una canzone rievocativa? Perchè? Per pura nostalgia?

 Poi arrivi a trent'anni passati e capisci perché, dopotutto, il fatto che solo Venditti abbia dedicato una canzone a questa comune e strana comparsa del passato, sia strano.

 I compagni di scuola sono la cartina tornasole dei nostri sogni, ma anche e soprattutto dei nostri fallimenti generazionali:

"Compagno di scuola, compagno per niente, ti sei salvato o lavori in banca pure tu?".

 Ho letto finalmente anche io "Macerie prime", un libro al tempo stesso abbastanza comune e abbastanza strano, comune perché racconta una storia che, al netto del precariato lavorativo (comunque in alcune forme proprio anche delle generazioni passate) somiglia a molte altre trame, strana perché da Zerocalcare ti aspetteresti ansie generazionali più rivoluzionarie e meno old style.

 Eppure è proprio questo che, a mio parere, rende questo libro di Zerocalcare (almeno in questa prima parte) nettamente superiore al celebrato "Dimentica il mio nome" che mostrava una serie di falle narrative nella seconda parte.

 "Macerie prime" è un libro che racconta una verità talmente ovvia da risultare scomoda. 
 Noi siamo davvero questi qui. 

 I trentenni, anche al meglio del loro radicalismo, non riescono a vincere su un'oppressione sociale che ha solo rimandato il conto dai 25 ai 35 anni.

 Ok, ti sei divertito, ma ora devi crescere, sposati e fai figli, vai a convivere, trovati un lavoro.
 Il problema è che le ansie sociali sono rimaste le stesse di 40 anni fa, ma il mondo, lavorativo ed economico è mutato profondamente e le due cose non s'incastrano più in nessun modo.

 Da una parte c'è chi vorrebbe sposarsi e far figli, ma non ha né soldi né lavoro. Tutti gli studi fatti sono stati traditi da un mercato del lavoro impazzito che premia chi si trova al posto giusto al momento giusto e non i preparati e meritevoli (certe volte per carità pure quelli, ma quasi per caso).

 Dall'altra il problema è inverso: il lavoro c'è, i soldi anche, ma il disagio esistenziale di non voler vivere la stessa identica vita dei nostri nonni e genitori permane

 Perché sposarsi e far figli se non si desidera davvero? E' davvero quello che determina la maturità di una persona? Chi non lo fa è rimasto adolescente o vuole semplicemente vivere una vita diversa?

Vignetta di Sarah Andersen che rende bene la questione
Baby Boomer vs Millennial
 Questo senza contare la continua angoscia da welfare: se non fate figli chi pagherà le pensioni? Se non fate figli chi vi accudirà? La natalità è bassa, procreate! 

 E tu stai lì che pensi solo "Baby boomers, mortacci vostra potevate evitare di andare in pensione a 39 anni, di creare una voragine di debito pubblico e di fare il "patto generazionale" sulle pensioni senza chiedere l'opinione della generazione dopo che magari non era proprio d'accordissimo".

 "Macerie prime" parte da una situazione da "compagno di scuola, ti sei salvato dal fumo delle barricate?" e prende le mosse dal matrimonio dell'amico Cinghiale, uno che per tutti i libri precedenti aveva il principale ruolo dell'erotomane pronto a farsi chiunque e a consigliare a chiunque di farsi chiunque.

 Zero e tutti gli amici che abbiamo visto nei libri precedenti (assente l'amica Lemure e anche l'indimenticato amico Supplì) si ritrovano a dormire insieme la notte prima della cerimonia e Zero scopre che mentre veniva sballottato in ogni dove a fare presentazioni e si tumulava in casa a disegnare come un mangaka giapponese sotto consegna, le vite degli altri sono andate molto più avanti di quel che pensava. O meglio molto indietro.

 Sarah, che ha studiato invano per fare l'insegnante lavora nell'amministrazione di una ditta per due lire e la sua compagna, post-approvazione delle unioni civili, vorrebbe impalmarla.

 Katja che a quanto pare esiste davvero e non è solo un personaggio di "Dodici" (il libro sugli zombie a Rebibbia) ha 38 anni, vorrebbe un figlio, ma il compagno Deprecabile non è per la quale (finalmente un personaggio che viene dalla provincia di Roma e parla del disagio del doversi fare ore di macchina o mezzi pubblici per coprire 30 km di distanza).

 Deprecabile, new entry nei libri, ma a quanto pare non nella vita di Zerocalcare, più grande, simbolo perfetto di quel che io chiamo "finire il giro": sei talmente oltre, talmente radicale, talmente estremista che a un certo punto finisci il giro e scopri di essere identico all'estremo opposto (es. Arcilesbica che ha le stesse posizioni di Adinolfi).

 Secco, del quale non posso dirvi la novità se no vi spoilero il libro.

Mentre sono tutti insieme, Sarah lancia un'idea abbastanza rivista  da chiunque nella nostra generazione: partecipiamo a un bando.

 Una cosa che sembra fichissima, ma chiunque ci si sia trovato impelagato sa che è la madre di ogni tragedia, rispondere ai requisiti è complicatissimo, fornire la documentazione adeguata impossibile, la traduzione in 20 lingue diverse tra le quali il polacco, impraticabile.

 Eppure in un mondo nel quale nessuno ti dà fiducia se non hai delle garanzie da dare (e tu dici: se avevo garanzie non avevo bisogno di fiducia) rappresenta l'unico modo per "far partire un progetto".
 Zero si trova nell'inedita posizione di superiorità economico-lavorativa: guadagna in modo decente e fa un lavoro che gli piace e così cerca di rifiutare per poi cedere sotto il peso dei sensi di colpa.
 Oh, tu ce l'hai fatta, non puoi mica lasciarci indietro eh.

 E così Zero inizia a scoprire l'amara verità: lui non è il compagno che lavora in banca, lui è peggio.

 Perché se quello che lavora in banca può sempre provare un tipo di solidarietà generazionale ("anche io sono una vittima del sistema perché il mio sogno era diventare campione di surf e non sportellista in attesa di essere licenziato da qualche nuova app che fa il lavoro al posto mio"), lui è UNO CHE CE L'HA FATTA.

I suoi amici sono la cartina tornasole di una generazione che affoga e lui è l'eccezione che i cinquantenni possono portare in trionfo "Oh, se ce l'ha fatta lui, è evidente che la cosa è possibile, sono gli altri che non hanno voglia di fare niente".

 Senza contare che quando traghetti dall'altra parte della barricata, quella dei salvati, agli occhi dei sommersi diventi un traditore, uno che ora si è venduto, uno che prima lanciava i sassi e ora viene chiamato a condannare chi continua a farlo, per disperazione o per rabbia.

 Zero si accorge di non essere più il compagno di scuola di nessuno, lui è fuori, in un mondo che non esiste, fatto di eccezioni che non rappresentano la regola. Unici e non speciali, semplicemente soli.
 Cosa che per chi ha fatto del collettivismo e della solidarietà l'asse portante della propria esistenza non è facile da affrontare. 
Perciò, no, non mi è sembrata una trama così rivista, ma una trama nella quale scavare con attenzione, oltre il facile "Oh, ma è l'ennesimo libro sul trauma della crescita a base di figli e matrimonio che fa tanto Muccino dei poveri!"
 Vediamo come la risolve nella seconda parte, se non si sgonfia per ora è, per me, la sua storia migliore.

mercoledì 10 gennaio 2018

Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Campioni del mondo".

Lo so, in questi ultimi tempi sto postando principalmente fumetti e poche recensioni.
 Presto spiegherò perché il tempo per scrivere è risicatissimo, intanto spero gradirete un surplus di fumettosa follia.
 Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Campioni del mondo"!
 Questa follia dell'italianizzazione dei nomi ha ormai preso piede, vedo.

Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Heil Terenzio!".

Prima di andare a rantolare sul letto ecco a voi la vignetta del giorno!
La soluzione, per chi se la domandasse è dopo la vignetta!
Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Heil Terenzio!"


La giovinetta cercava gli "Adelphoe" di Terenzio, meglio conosciuti come "I fratelli".

lunedì 8 gennaio 2018

Il 26 gennaio alla libreria Antigone di Milano prima presentazione di "Quanti dolori, giovane libraia!"

 Mentre oggi spero di pubblicare almeno una vignetta (dopo che avrò ridato un senso a casa mia e scritto tassativamente quello che devo mysteriosamente scrivere), intanto annuncio anche qui sul blog che il 26 gennaio farò la prima presentazione del fucsieggiante tomo alla Libreria Antigone a Milano!

 Accorrete numerosi, anche perché la libreria è BELLISSIMA e vien voglia di lasciarci lo stipendio.


sabato 6 gennaio 2018

A settembre mi sposo, anzi, mi unisco civilmente! Il primo di svariati fumetti che si spera, forse, con molta perizia, astuzia e prudenza diventeranno qualcosa di ben più cicciuto. "Come l'ha presa mia madre" #unionecivile1

Come ho detto vari post fa, quest'anno, se la fortuna mi assiste, dovrei unirmi civilmente con dolce metà.

 Quale geniale idea, come appena qualche migliaio di persone prima di me, ho pensato di trarne un fumetto, spero lungo, spero sensato e che spero vedrà la luce.

 La mia idea sarebbe procedere a episodi e postarne alcuni qui sul blog, così, per mostrarvi lo stato dell'arte.

 Il di cui sotto è il primo della serie, anche se, in un ipotetico progetto finale non sarebbe ovviamente l'inizio.
Ah,  i miei parenti hanno nomi normali, ma per proteggere la loro identità segretissima li ho cambiati.

 Non si tracome hanno preso i miei genitori l'annuncio della mia unione civile?

 "Come l'ha presa mia madre" (e in settimana, l'attesissima Barbaradursiana seconda parte "Come l'ha presa mio padre")!



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