giovedì 22 maggio 2014

Fratelli coltelli o fratelli tenerelli? Quando lo scrittore ha un fratello e/o una sorella a sua volta scrittore: sorelle che si rimboccano le maniche, drammaturghe sottovalutate, legami simbiotici e perenni dubbi matrimoniali.

Il film di Verdone "Io e mia sorella" ti fa passare qualsiasi
voglia di dare un congiunto al tuo unico amato bambino.
 In "Una stanza tutta per sè", per rendere un'idea dello svantaggio social-culturale di cui erano vittime le donne, Virginia Woolf  inventava una sorella per Shakespeare.
 Essa era brillante e talentuosa quanto lui, ma, in virtù del suo sesso, le veniva impedito lo studio e imposto matrimonio con figliolanza. Mandare avanti una famiglia poco si conciliava con le aspirazioni letterarie, perciò giocoforza, questa sorella smetteva di scrivere e amen, nessuna favolosa storia sgorgava dalla sua penna, nonostante il talento.
 In questo caso la sorella era un personaggio fittizio, ma, nell'epoca pre-figlio unico era raro non avere una schiera di sorelle e fratelli (spesso e volentieri provenienti anche da primi, secondi e terzi matrimoni di genitori che rimanevano vedovi con molta più facilità) e gli scrittori non facevano certo eccezione. I legami che si intessevano tra di loro erano, a causa del genio, molto più complessi della già complessa media: alcuni se ne morivano di invidia, altri rimanevano nell'ombra seppur bravissimi, altri ancora vivevano legami simbiotici di tipo sospetto (alcuni come Byron andarono anche oltre il sospetto), altri saggiamente si dedicarono ad altre arti.
 Poichè i clienti che chiedono libri con argomenti macroscopici come "la terra" insegnano che se si vuole dare senso ad un tema, bisogna circoscriverlo, ho deciso di dedicare questo post ai legami fratello-fratello/sorella/sorella-sorella in cui entrambi sono scrittori, ma in genere (non sempre) uno è più famoso dell'altro.


SORELLE BRONTE: 
Caso più unico che raro nella letteratura, le tre sorelle Bronte, Emily, Charlotte e Anne , non solo disponevano di un talento ugualmente straordinario (poi ognuno ha la sua preferita, la mia è Charlotte), ma fagocitarono l'unico fratello maschio, di cui si ha memoria solo grazie alle biografie ad esse collegate. Figlie di un reverendo che si confinò nella brughierà più gelida e profonda, morirono tutte discretamente giovani, eppure fecero in tempo a dare alle stampe un capolavoro a testa.
 Ricordo con quanta meticolosità, leggevo la biografia cronologica di Emily messa a prefazione su una vecchissima edizione di "Cime tempestose" che lessi temo troppo presto (prima media). La trovai molto più affascinante e stimolante del libro in sè che, all'epoca, non mi disse assolutamente nulla. Una cretina sposa uno che non ama, ma rimane per sempre innamorata di un violento. Il tutto nella brughiera.
 Credo dovrei rileggerla, potrei scoprire che la trama era ben altra. All'epoca mi sedussero con la storia del fantasma di Catherine che appare nella parte iniziale: una tredicenne parte convinta di leggere una storia di fantasmi e finisce in un dramma amoroso sturm und drang. In effetti potevo anche non apprezzare.

FRATELLI GRIMM: 
Mentre in altri campi (uno per tutti la regia) le collaborazioni tra fratelli sono molto frequenti, la narrativa, probabilmente per la sua natura molto individualista e solitaria (eroi, per me, quelli che riescono a scrivere a quattro mani non so come facciano), non offre molti esempi. Uno dei più celebri, se non il più celebre, è l'opera dei fratelli Grimm. Nati con un anno di differenza, Jacob e Wilhem avevano, come spesso accade ai fratelli, caratteri complementari: più riservato il primo, più gioioso il secondo. Entrambi molto istruiti e versati nella linguistica, stilarono la raccolta di fiabe che tutti conosciamo, fino ad allora in balia della trasmissione orale. Non erano allora le fiabe (solo) affare per bambini e infatti persino oggi le loro raccolte se ne stanno ben cariche di horror, strane perversioni sessuali, mostri, streghe tremende e punizioni da inferno dantesco, ben salde sugli scaffali della narrativa per adulti. Disney e compagnia bella consegnano alla plebe solo il pallido riflesso di quel che i due fratelli che vissero insieme fino alla morte, hanno consegnato alla storia.

CHRISTINA ROSSETTI: 
Altro caso di quartetto di talentuosa progenie, fu essa la sorella del pittore preraffaellita e scrittore Dante Gabriele Rossetti. Nati in una di quelle famiglie politicamente e intellettualmente impegnate dove il meno acculturato ha scritto sedici libri in aramaico, come tutti i bravi artisti avevano difficoltà economiche varie ed eventuali che, nel suo caso, la portarono ad avvicinarsi alla sfera religiosa. Divenne un'importante poetessa che pur riuscendo meglio nelle liriche amorose, deviò un po' troppo sul tema devozionale. La sorella di Leopardi l'avrebbe randellata in abbondanza: graziosa, mandò a monte ben due matrimoni niente male a causa delle sue inossidabili convinzioni religiose. Chi ha i denti non ha il pane...

STANISLAO JOYCE: 
 Uno magari è un intellettuale anche buono, con un suo estro e uno scrittore discreto, tutte le caratteristiche che talvolta consentiva(no) una fruttuosa carriera letteraria, ma...ha un fratello. E quel fratello è Joyce. Poteva essere stata una vita potenzialmente difficile carica di invidie quella del povero Stanislao che invece ebbe un intenso legame col fratello, tanto da pubblicare due libri a lui ispirati a dedicati (postumi): "Diario di Dublino" e "Il custode di mio fratello". Quest'ultimo, svela col titolo il complesso rapporto che lo legò al geniale congiunto (di cui peraltro lui riconosceva apertamente il talento): Stanislao si trasferì infatti appositamente a Trieste (dove si stabilì e morì)per fare da supporto al fratello, in crisi di danaro e non solo. Per la serie "fratelli tenerelli".

SARAH FIELDING:  
Harry Fielding disponeva di una talentuosa sorella, Sarah.
Talentuosa fortunatamente per lei, visto che il libertino padre, una volta vedovo e risposato, spedì la figliolanza di primo letto alla famiglia materna e buonanotte al secchio. Trentenne, senza rendita, senza marito e senza protezione alcuna, si mise di buona lena a scrivere pubblicò il suo primo romanzo, "David Simple", che visto il successo diventerà una trilogia (usavano certe cose anche all'epoca). Ciò che le diede davvero la gloria fu però il romanzo per ragazzi "The governess" (che non mi è riuscito di capire se sia mai stato tradotto in italiano). In patria viene considerato una pietra miliare della narrativa per bambini. Considerando che Sarah rischiava di fare la fine della sorella inesistente di Shakespeare, è stata più che brava. Mentre a suo fratello Harry veniva concesso lo studio a Eton e una grande libertà, la sua principale fortuna fu quella di non sposarsi. Vai Sarah, ne hai vendicate un bel po'!

PAOLINA LEOPARDI: 
 E' a lei che devo l'idea di questo post dopo aver intravisto in biblioteca "Io voglio il biancospino", una raccolta di lettere scritta da questa gentile e sfortunata (sotto alcuni punti di vista) sorella di Leopardi. Mentre il fratello gobbo e frignante si trascinava perennemente insoddisfatto per tutta Italia, la povera Paolina era sottoposta ad il terribile regime oppressivo dei genitori, due persone che dire un filino invadenti era riduttivo. Studiosa e posata, fu fidanzata un buon numero di volte senza che nessuno dei contratti matrimoniali ormai pronti e stipulati andasse a buon fine. Ella non è che ambisse all'amore, semplicemente voleva andarsene da casa e dalla campagna marchigiana (e come non comprenderla). E uno era troppo ricco e uno troppo povero e uno con troppe amanti e un altro preferiva donzelle diciamo più avvenenti, tutto andò male e lei rimase reclusa fino alla morte della madre, avvenuta quando ormai aveva 57 anni. Fu comunque una liberazione: se ne andò da Recanati e iniziò a viaggiare in lungo e in largo finché pleurite la colse. Colta e riflessiva, scrisse una biografia di Mozart, una storia della famiglia Leopardi, moltissime lettere e fece alcune importanti traduzioni dal francese. Indubbiamente avrebbe saputo cosa farsene della propria libertà molto meglio dell'imbelle fratello.

TITINA DE FILIPPO: 
 Sorella maggiore di Eduardo e Peppino De Filippo, viene ricordata come grandissima attrice di teatro e caratterista cinematografica.
 In pochi sanno che anche lei scrisse sia sceneggiature cinematografiche che opere teatrali. 
 Figlia illegittima dell'attore napoletano Eduardo Scarpetta debuttò giovanissima e la carriera di attrice fu primaria rispetto ai suoi altri interessi artistici che maturò con l'avanzare dell'età e delle malattie. Scrisse poesie e un libro di memorie, prima di dedicarsi anche alla pittura. Forse in effetti non produsse nulla di paragonabile a "Filomena Marturano", ma, tra le altre cose, vinse un nastro d'argento per la sceneggiatura di "Due soldi di speranza".



Al giorno d'oggi se si escludono i Carofiglio, vanno molto più di moda i fratelli entrambi cantanti, come insegnano Francesco De Gregori e Luigi Greco, Marco e Luciano Ligabue, Edoardo ed Eugenio Bennato. In un paese dove nepotismo imperat questa stramba mancanza quasi mi inquieta.

12 commenti:

  1. "Una cretina sposa uno che non ama, ma rimane per sempre innamorata di un violento. Il tutto nella brughiera" è proprio così!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io lessi per la prima volta "Cime tempestose" da liceale. Mi scioccò abbastanza il tono ruvido e violento della storia. Rileggendolo, vi trovai passi di profonda poesia, come la descrizione dell'amore per bocca di Catherine nel cap. IX... o la descrizione delle due forme di "paradiso" ideate dalla piccola Cathy e dal cuginetto Linton... In ogni caso, temo che le storie d'amore "Sturm und Drang" siano l'unico genere di storia d'amore che mi possa davvero interessare in letteratura. ;)

      Elimina
    2. Anche io l'ho letto più o meno sui 13 anni, sicuramente oggi noterei anche cose diverse però...alla fine della fiaba penserei cmq che lei è una cretina, c'è poco da fare a me queste tutte pazze e irrazionali alla fine mi sembrano sceme, quindi penso che per me non ci sia speranza di un bronte-recupero

      Elimina
  2. Ti ringrazio per aver diminuito di un poco la mia abissale ignoranza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non farmi arrossire comizietto, la mia è altrettanto abissale :)

      Elimina
  3. ci sarebbero anche Thomas e Heinrich Mann.

    RispondiElimina
  4. La Rossetti, come poetessa, si mangiava il fratello lagnoso e tribolante a colazione. Goblin Market è veramente un mezzo capolavoro.

    RispondiElimina
  5. Che bello scoprire nuove prospettive! Grazie :)

    RispondiElimina
  6. Mi dispiace ma devo dissentire...sulle preferenze alzo le mani,ma " Cime Tempestose " è molto più che un romanzo " amoroso ",anzi è proprio il contrario,nell'epoca vittoriana ( e anche tra Agnes e Charlotte ) è il romanzo che usce fuori dal coro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma infatti vorrei rileggerlo ora che sono più grande, non era di sicuro un libro per tredicenni. Tuttavia, visto il pessimo ricordo, non riesco a decidermi..

      Elimina
  7. Io concordo con la tua descrizione di "Cime tempestose": non so se detesto più lei o lui...

    Comunque, i Rossetti sono una famiglia artisticamente molto impegnata: Christina l'hai citata tu, insieme a Dante Gabriel, poeta e pittore. Poi c'è William Michael, che era un critico d'arte che, ovviamente, ha scritto un bel po' pure lui, oltre a curare i lasciti dei fratelli. La quarta sorella, Maria Francesca, si occupò di critica dantesca, vizio di famiglia (di padre e di Dante Gabriel). Fanno paura.

    Bisogna avere dei caratteri affini per lavorare con un fratello, altrimenti ci si ammazza.

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...