venerdì 17 ottobre 2014

Fatti misfatti contraffatti e curiosità sui Nobel per la letteratura: "Chi è Monsieur Modianò?", lo spionaggio da guerra Fredda, fantascienza bistrattata e dubbi pari merito.

 Con il dovuto ritardo arriva anche qui un bel post sul Nobel per la letteratura, che quest'anno l'accademia svedese ha pensato di dare a Patrick Modiano, autore francese misconosciuto che fa il paio con un altro suo illustre misconosciuto precedente, il sempre francese Le Clézio.
 Poiché non ho letto nulla di costui, difficilmente posso dire se la sua prosa fosse tale da meritarlo, tuttavia anche basandomi sui bei tempi andati, quando il nobel lo vincevano pezzi da novantamila, una sottile critica verrebbe a prescindere. E' vero, solo il tempo ci dirà se l'accademia svedese ha avuto le allucinazioni o una grandissima pensata, ma sono propensa a dubitare della loro buona fede da quando la mia prof di italiano delle superiori si stracciava le vesti con svariati decenni di ritardo per l'inopportuna, a suo dire, assegnazione di tale premio a Carducci.
 Era una cosa che proprio non poteva sopportare, considerava tale italico poeta sopravvalutato e minore e cercava di capare dalla sua produzione di pargolette mani, qualcosa che considerasse se non alto all'altezza del programma. Il suo mantra di tragedia era: "In Francia avevano Baudelaire e non Giosuè Carducci", come darle torto? 
 In suo onore, in onore al povero Modianò bistrattatò e al Nobel, ho deciso di stilare una breve lista di particolarità su questo illustre premio (che quest'anno speravo molto vivamente andasse almeno ad Umberto Eco).

PASTERNAK E LO SPIONAGGIO:
 Il premio assegnato a Boris Pasternak (da lui rifiutato su pressioni del governo sovietico), si basava sul suo unico romanzo "Il dottor Zivago". La travagliata storia editoriale dell'epopea russa è celebre. Dissidente, controllatissimo dalle autorità, Pasternak si convinse a consegnarne una copia a Sergio D'Angelo, redattore per Radio Mosca e conoscente di Giangiacomo Feltrinelli il quale lo pubblicò con la sua casa editrice dopo un acceso scambio epistolare in francese con l'autore.
 Il romanzo uscì quindi in traduzione italiana prima della sua lingua madre e fu immediatamente un successo. Il problema della lingua di pubblicazione si presentò però al momento dell'assegnazione del nobel le cui regole prevedono si possano premiare autori le cui opere siano state (giustamente) stampate anche nella lingua madre, cosa che difettava a Pasternak. Così si racconta che l'M16, venuto a conoscenza di un manoscritto clandestino in lingua russa dell'autore, in possesso di qualcuno su uno aereo in viaggio per Malta, ideò una deviazione e con l'inganno ne fotografò le pagine una ad una per poi recapitarle alla CIA. Fu quindi preparata un'edizione a stampa che si sperava potesse circolare anche oltre la cortina di ferro e che permise l'assegnazione del nobel.
 Ci fu, altra particolarità, un'illustre vittima di tale operazione: se non si fosse riusciti a recuperare il libro, il nobel sarebbe stato assegnato a Moravia (e si racconta che in realtà furono proprio le pressioni americane a impedire all'italiano di vincere).

NOBEL RIFIUTATI:
Oltre al povero Pasternak, ci fu un altro scrittore che rifiutò il Nobel. 
Si tratta di Jean-Paul Sartre, che nell'ottobre del 1964, vide assegnarsi il premio che declinò con una lettera educatissima, ma molto chiara. Secondo Sartre, tali onorificenze in vita, anche se molto onorevoli, specie se molto onorevoli, in qualche modo finivano per limitare il campo d'azione e di pensiero di uno scrittore, perché lo toglievano da una condizione di realtà finendo per trasformarlo in un'istituzione.
 Per gli stessi motivi Sartre rifiutò la Legione d'Onore e il posto all'Accademia di Francia. Aveva un carattere piuttosto fumino e non posso dimenticare che prima della guerra era ferocemente apolitico, ma c'è da dire che almeno dopo dimostrò una certa coerenza.

PARI MERITO:

Eyvid Johnson e Harry Martinson. Altro che parentele al
premio Strega
Ci sono stati ben quattro casi di assegnazione di nobel a pari merito.
 Nel 1904 toccò a: Frédéric Mistral e allo spagnolo José Echegaray.
 Il primo è un poeta francese che lavorò tutta la vita per la rivalutazione della cultura provenzale e fu l'unico nobel di lingua occitana a vincere il premio. Il secondo fu un drammaturgo e matematico spagnolo.
Nel 1917 ai nordici: Karl Adolph Gjellerup (danese) e a Henrik Pontoppidan (danese).
 Il primo, romantico considerato scarsamente nel suo paese, scrisse principalmente in lingua tedesca, il secondo fu un apprezzato esponente del naturalismo danese.
Nel 1966 a; Shmuel Yosef Agnon e Nelly Sachs.
 Fu un premio all'insegna dell'ebraismo.Il primo era infatti uno scrittore israeliano che, tra l'altro, rimane l'unico scrittore di lingua yiddish ad aver vinto. La seconda una poetessa ebrea tedesca, rifugiatasi in Svezia durante la seconda guerra mondiale, trauma che la accompagnò per tutta la vita e su cui concentrò i temi delle sue liriche.
Nel 1974 a Eyvid Johnson e Harry Martinson
Sono un caso un po' particolare perché attualmente in Italia farebbero gridare al conflitto d'interesse cosmico: entrambi erano infatti membri dell'accademia svedese. Erano entrambi svedesi e di umili origini, il primo figlio di minatori, il secondo orfano si fece marinaio giovanissimo e quando dovette rientrare per problemi di salute, in patria, si dedicò alla poesia. Da segnalare che Martinson scrisse un romanzo di fantascienza "Aniara" ispirato idealmente ai terrori dovuti alla guerra fredda.

IL PIU' VECCHIO E IL PIU' GIOVANE: 
L'età media dei premi nobel per la letteratura è piuttosto alta (tanto che da bambina avevo la curiosa credenza che il premio nobel portasse male: pochi anni dopo tutti i vincitori morivano): 64 anni per la precisione. 
 Il più giovane a vincere il premio fu Rudyard Kipling, l'autore de "Il libro della giungla" a 42 anni a seguito del grandissimo successo della sua opera, mentre la più vecchia fu Doris Lessing (che nel frattempo a confermare le mie credenze di bambina è morta), a 88 anni. 
La Lessing ha avuto un percorso piuttosto peculiare. I suoi romanzi e i suoi saggi attraversano diversi temi del XX secolo: le speranze comuniste, le delusioni rivoluzionarie, il femminismo, l'apartheid. Tuttavia dedicò parte delle sue energie ad un genere spesso bistrattato dall'alta letteratura: la fantascienza. 
 Tale ultima predilezione pare sia stata tra le motivazioni di un così lungo rinviare l'assegnazione del premio a questa autrice fantastica.

NOBEL POSTUMI: 
Nella storia del premio c'è stata solo un'assegnazione postuma, nel 1931, allo scrittore Erik Axel Karlfeldt.
 Il suo, a scanso di futuri cambiamenti, rimarrà un caso unico, poiché dal 1974 non è più possibile assegnare il premio a persone decedute (a meno che esse non siano morte in quel lasso di tempo che va dall'assegnazione del premio alla cerimonia di premiazione). 
 Il poeta svedese, figlio di contadini, che decise di cambiare il suo cognome originale per prendere le distanze dal padre delinquente, si elevò intellettualmente al punto da diventare bibliotecario della Biblioteca reale svedese e membro della stessa accademia svedese che assegnava i premi nobel e che cercò di appiopparglielo già nel 1918. Rifiutò per correttezza, ma non poté accettare o rifiutare il secondo, che arrivò nel 1931, quando era appena morto.

Voi avete altre curiosità su codesto nobile Nobel premio? Scrivete e rendetemi edotta!

3 commenti:

  1. Eh sì, ci mancava pure il Nobel a quel borioso di Umberto Eco! ^_^

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  2. Non lo scrivo per fare il pistino, ma l'M16 è un fucile mitragliatore, mentre la sezione del SIS britannico che si occupa dell'estero è l'MI6 :-)

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  3. Faccio la punta pure io: Agnon, sebbene abbia collaborato a riviste yiddish in gioventù, scrisse i suoi romanzi e racconti in ebraico.
    Chi scrisse in yiddish (e vinse il Nobel lui pure) è Isaac Bashevis Singer. :-)

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